Nel segno della Misericordia aperto l’anno pastorale 2015/2016

“Solo una Chiesa misericordiata può esprimere e donare misericordia. Prima di tutto dobbiamo sperimentare questa misericordia e soltanto dopo possiamo annunciare agli altri l’amore del Padre. Invito tutti a lasciarsi prendere dall’amore di Dio e a svolgere un servizio ai fratelli”. Lo ha affermato il card. Paolo Romeo in occasione dell’apertura dell’anno pastorale 2015/2016 in Cattedrale nel giorno della memoria liturgica del Beato Padre Pino Puglisi che solitamente da qualche anno segna l’inizio delle attività pastorali in diocesi.
La celebrazione Eucaristica, su esplicito invito dell’Arcivescovo è stata presieduta da mons. Carmelo Cuttitta, recentemente nominato vescovo di Ragusa che fu allievo di padre Puglisi ed è stato membro della Commissione diocesana per la canonizzazione del prete di Brancaccio. Alla celebrazione hanno preso parte numerosi presbiteri, diaconi e fedeli.
Al termine della celebrazione si è svolto l’incontro con mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno il quale ha sviluppato il tema: “Misericordiosi come il Padre”.
“E’ un dono per me grande potere intervenire in questa Cattedrale dove riposano le spoglie mortali di padre Puglisi che non ho conosciuto, ma di cui mi hanno parlato molti carcerati con cui ho avuto diversi contatti a motivo del mio ministero negli istituti di pena che per me sono stati una grande scuola di vita”.
Mons. D’Ercole ha riferito la testimonianza dell’autore materiale dell’uccisione di padre Puglisi, il pentito Salvatore Grigoli, detenuto al 41 bis, il quale gli ha confidato che grazie a lui ha cambiato vita.
“Don Puglisi non era un sociologo e nemmeno un teologo, ma soltanto un uomo che lavorava per il regno di Dio – ha aggiunto – un sacerdote che in questo momento poteva sedere in presbiterio accanto agli altri confratelli. Padre Puglisi è stato un martire della Fede e testimone della misericordia”.
Parlando poi del tema affidatogli, mons. D’Ercole ha affermato che la misericordia è il sorriso di Dio che poi diventa una medicina che guarisce le ferite del cuore e questa società, tanto oltraggiata, ha bisogno di misericordia. “Solo amandoci come Dio ci ama – ha concluso – possiamo comprendere questo grande dono”.