Tante sono state le voci dei giovani che devono fare i conti con un triste destino dell’emigrazione. In loro aiuto la Chiesa siciliana, il Movimento delle valigie e i sindacati che hanno preso parte al primo incontro unitario di Cgil, Cisl, Uil e il movimento spontaneo fondato da don Antonio Garau per accendere i riflettori sul dramma dell’esodo giovanile, che rischia di spopolare la Sicilia, e per annunciare che bisogna essere insieme affinché l’occupazione giovanile torni a essere al centro dell’agenda politica del territorio e per creare una sinergia che porti ad altre iniziative comuni in modo che la lotta alla disoccupazione giovanile divenga tema prioritario da affrontare. All’incontro nella parrocchia di San Paolo apostolo a Borgo Nuovo, hanno pure preso parte mons. Corrado Lorefice e il vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, presidente Commissione della Cei per i giovani e che vedrà un prossimo appuntamento il 25 ottobre, per le vie della città, con un corteo che muoverà da piazza Verdi verso il Parlamento regionale, la Presidenza della Regione e l’Università, con la partecipazione dei vescovi di Palermo, Cefalù e Monreale.
“La parola che è venuta anche dal sinodo dei giovani è “accompagnamento”, perché i giovani possano essere protagonisti di un lavoro creativo e dignitoso anche qui nella nostra terra – ha detto mons. Fragnelli – un lavoro che non serve solo a produrre ricchezza per aumentare i consumi ma è modalità per rispondere alla propria chiamata nel mondo”.
Lo scorso anno, secondo i dati dell’Anagrafe del Comune di Palermo, sono stati quasi 12.000 i giovani che si sono trasferiti, l’11,5 per cento all’estero, il 35,1 per cento in un’altra regione italiana. Il tasso di disoccupazione fra i giovani nel 2018 ha superato il 45 per cento (tra i 18 e i 29 anni) e il 33,3 (fra i 25 e i 34 anni) e molto sono i laureati.
Per questo Cgil, Cisl, Uil Palermo e Movimento delle valigie chiedono l’interlocuzione dei rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della politica per invertire il trend, chiedendo condizioni migliori affinché si possa dare l’opportunità di restare.
Foto Alessandro Fucarini