L’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice stigmatizza l’atteggiamento e le frasi rivolte a un cronista dal frate carmelitano padre Mario Frittitta al termine di una funzione religiosa all’interno della Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, durante la quale è stato ricordato, nella memoria dei defunti, il boss mafioso Tommaso Spadaro nel trigesimo della sua morte e del quale, oltretutto, erano state vietate le esequie pubbliche.
Monsignor Corrado Lorefice, nel ribadire ancora una volta l’inconciliabilità dell’appartenenza alle organizzazioni mafiose con l’annuncio del Vangelo, torna a fare riferimento alla Lettera “Convertitevi!” dei Vescovi di Sicilia, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’appello di San Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento il 9 Maggio del 1993, una Lettera attraverso la quale i Vescovi siciliani hanno voluto riaffermare con forza la distanza tra la mafia e la Chiesa; una distanza rimarcata con voce chiara anche da Papa Francesco in occasione della sua Visita Pastorale a Palermo lo scorso 15 settembre, memoria del martirio “in odium fidei” del Beato don Giuseppe Puglisi: «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore. […] Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle! Io dico a voi, mafiosi: se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte».