Una folla trabocchevole di fedeli, ha risposto entusiasticamente all’invito dell’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice di pregare per l’unità della Chiesa di Palermo. Martedì sera erano almeno 4.000 le persone che hanno partecipato con grande devozione, all’Adorazione Eucaristica svoltasi in Cattedrale e tra questi tantissimi presbiteri, diaconi, religiosi e i fedeli laici provenienti anche dai paesi più lontani dell’Arcidiocesi di Palermo come a dimostrare che la Chiesa può essere ferita, ma non divisa.
Non solo le panche della navata centrale, ma anche quelle laterali erano gremite di fedeli oranti. Tanti quelli assiepati vicino l’altare, in ginocchio e in piedi, accanto al maestoso e solenne ostensorio, messo a disposizione per l’occasione dal parroco della Parrocchia Annunciazione del Signore, don Cesare Rattoballi, a forma di mandorla, in metal vetro che rappresenta le due nature di Gesù: umana e divina, ideato dallo stesso parroco e realizzato dall’artigiano Salvatore Landino.
La preghiera è stata lunga, silenziosa, intervallata solo da invocazioni, canti e letture di pericopi tratte dell’Antico e dal Nuovo Testamento che hanno richiamato all’unità, al perdono, alla pace e alla edificazione fraterna.
L’Adorazione è stata presieduta da don Corrado il quale prima della benedizione finale ha ringraziato il Signore con una preghiera spontanea. “Grazie Signore, perché ci permetti di non spegnere lo Spirito. Nessuno di noi è qui per un altro motivo, ma per testimoniare che lo Spirito è all’opera nella sua Chiesa. Oggi ti chiediamo perdono – aggiunge – perché non sempre siamo stati capaci di far si che lo Spirito ci rendesse l’unico corpo di Cristo, a cominciare da me vescovo. Ti chiediamo perdono perché le dottrine formulate ci possono dividere, ma davanti al mistero dell’Eucaristia allora tutti siamo riuniti. Noi stasera soffriamo e soffriremo finché non siamo tutti. Nessuno è un condannato, nessuno è un escluso. Ciascuno è un cristiano perché è un amato, è un perdonato”.
Non solo le panche della navata centrale, ma anche quelle laterali erano gremite di fedeli oranti. Tanti quelli assiepati vicino l’altare, in ginocchio e in piedi, accanto al maestoso e solenne ostensorio, messo a disposizione per l’occasione dal parroco della Parrocchia Annunciazione del Signore, don Cesare Rattoballi, a forma di mandorla, in metal vetro che rappresenta le due nature di Gesù: umana e divina, ideato dallo stesso parroco e realizzato dall’artigiano Salvatore Landino.
La preghiera è stata lunga, silenziosa, intervallata solo da invocazioni, canti e letture di pericopi tratte dell’Antico e dal Nuovo Testamento che hanno richiamato all’unità, al perdono, alla pace e alla edificazione fraterna.
L’Adorazione è stata presieduta da don Corrado il quale prima della benedizione finale ha ringraziato il Signore con una preghiera spontanea. “Grazie Signore, perché ci permetti di non spegnere lo Spirito. Nessuno di noi è qui per un altro motivo, ma per testimoniare che lo Spirito è all’opera nella sua Chiesa. Oggi ti chiediamo perdono – aggiunge – perché non sempre siamo stati capaci di far si che lo Spirito ci rendesse l’unico corpo di Cristo, a cominciare da me vescovo. Ti chiediamo perdono perché le dottrine formulate ci possono dividere, ma davanti al mistero dell’Eucaristia allora tutti siamo riuniti. Noi stasera soffriamo e soffriremo finché non siamo tutti. Nessuno è un condannato, nessuno è un escluso. Ciascuno è un cristiano perché è un amato, è un perdonato”.