Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo alla Diocesi

IN QUESTO NUMERO
 
IN PRIMO PIANO
  • Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo alla Diocesi
 
NOTIZIE DIOCESIPA
  • I giovani che si preparano al Matrimonio incontrano a Caritas
  • Percorso vocazionale a San Martino delle scale “Conosci Samuele?”
 
NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
  • Al Santuario mariano di Altavilla inaugurato l’altare del povero
  • Adorazione Missionaria nella parrocchia dell'Arenella
  • Premio Internazionale “Beato Padre Pino Puglisi”
 
AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
  • Concerto di Natale – Il Mediterraneo in dialogo
  • Sul Tgweb il Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo alla Diocesi
 
L’OPINIONE DI… Giovanni Di Cara*
  • L’Anziano ed il Diritto ai Rapporti Affettivi
__________________________________________________________________________
IN PRIMO PIANO
1. Messaggio dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice per l'Avvento
Care sorelle e cari fratelli,
gioia e pace nel Signore Gesù.
È arrivato, puntuale come sempre, il tempo di Avvento. Tempo in cui ogni desiderio di futuro si lascia educare dal dono del futuro di Dio che viene a noi. Tempo in cui ogni progettualità, seppur buona e necessaria, si pone in ascolto di quanto Dio semina in tutti gli uomini, credenti e non-credenti. E così i bisogni diventano desideri ed il nostro “io” impara a fidarsi del “tu” di Dio, del dono che sopravanza ogni speranza.
Inizia così un nuovo anno liturgico, portatore dell’abbondanza della grazia di Dio e della sua misericordia. Sì, ancora una volta la misericordia di Dio.
Essa infatti non si chiude con le porte sante del Giubileo, ma rimane spalancata pronta a sorprenderci. Come sempre.
Bene, allora, ha fatto papa Francesco a ricordarci questa grande verità dottrinale ed esistenziale con la Lettera Apostolica Misericordia et misera (MM), al cui inizio pone la splendida icona dell’incontro tra Gesù e l’adultera. Voglio anche io soffermarmi un po’ con tutti voi, amati fratelli e figli di questa Chiesa di Palermo, su questo stesso brano, perché della sua luce risplenda il tempo di avvento di questo anno.
Tutti gli uomini che erano intorno alla donna, pronti a lapidarla in nome della Legge, sono andati via. A partire dai più anziani. E tuttavia, il vangelo di Giovanni (cfr 8,9) ci dice che Gesù e la donna continuano a restare in mezzo. In mezzo a chi? Tutti sono andati via. Ma noi no. Noi che oggi siamo gli uditori della Parola, di quello stesso Gesù che parla a tutte le donne e a tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni spazio, continuiamo a restare intorno a Gesù e alla donna. A Gesù perché ci interessa la sua Parola di vita e di salvezza, che ogni giorno ci ricrea in uomini nuovi. Alla donna perché non è più il capro espiatorio di tutti i nostri peccati, la mela marcia che guasta tutte le altre mele e quindi da eliminare, ma piuttosto l’icona del nostro peccare: “chi non ha peccato, scagli la prima pietra” (Gv 8,7).
Questa donna, senza alcun nome proprio, ci rappresenta tutti. Non solo nel nostro peccato, ma soprattutto nell’accoglienza piena di stupore nei confronti della misericordia di Dio a lei donata. Sì, perché ciascuno di noi può peccare e anche desiderare il perdono per i propri peccati, ma ricevere il perdono senza aver scontato la giusta pena, fissata dalla legge, questo no! Bisogna che ognuno paghi il prezzo di quello che ha fatto. E questa non è solo un’esigenza della società, codificata dalla legge, ma è anche – direi meglio, soprattutto – un’esigenza di ogni peccatore. Bisogna sempre pagare il prezzo. Non esistono cose gratis. Almeno per gli uomini.
Ma Dio no. Dio non pensa secondo gli uomini. Dio ci sorprende sempre, perché è gratuità, gratuità pura. E avvolge con lo spazio della sua misericordia il nostro peccato. E così la misericordia non avviene come risultato di un cammino di espiazione, regolato dalla legge, perché “fermarsi soltanto alla legge equivale a vanificare la fede e la misericordia divina. C’è un valore propedeutico nella legge (cfr Gal 3,24) che ha come fine la carità (cfr 1Tm 1,5). Tuttavia, il cristiano è chiamato a vivere la novità del Vangelo, «la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù» (Rm 8,2). Anche nei casi più complessi, dove si è tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina” (MM 11).
È questa allora la bellezza della misericordia. Essa è una realtà così centrale nella Rivelazione che Dio ha offerto di se stesso, che ne risulta la stessa sintesi. Non si può comprendere Dio se non si entra nello spazio di una misericordia donata. Ecco perché la misericordia “non può essere una parentesi della vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso di Dio” (MM 1). La misericordia è il modo concreto con cui Dio esprime il suo amore ad ogni uomo e ad ogni donna. E la Chiesa non ha altro scopo che essere il luogo in cui si annuncia e si vive la misericordia di Dio.
Incontrandola, ogni uomo ed ogni donna entrano nel gioco della gratuità di Dio e imparano a ricevere, senza diffidenze e resistenze, il perdono di Dio. “È per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni alla misericordia; essa rimane sempre un atto di gratuità del Padre celeste, un amore incondizionato e immeritato. Non possiamo, pertanto, correre il rischio di opporci alla piena libertà dell’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona. La misericordia è questa azione concreta dell’amore che, perdonando, trasforma e cambia la vita. È così che si manifesta il suo mistero divino. Dio è misericordioso (cfr Es 34,6), la sua misericordia dura in eterno (cfr Sal 136), di generazione in generazione abbraccia la persona che confida in Lui e la trasforma, donandole la sua stessa vita” (MM 2).
Il valore assolutamente centrale della misericordia emerge in tutti gli ambiti della Chiesa. Non c’è nessun luogo veramente ecclesiale che non sia rivelativo e custode della misericordia di Dio. Ma è soprattutto nella Parola santa di Dio, custodita nelle Sacre Scritture, che risplende il dinamismo della misericordia. L’ascolto della Parola, nei vari modi e contesti possibili e specialmente nella lectio divina (cfr MM 7), è il luogo dove si manifesta alla luce dell’abbondanza della misericordia di Dio la trasformazione del nostro cuore, da cuore di pietra a cuore di carne (cfr Ez 36,26). Nell’ascolto orante della Parola veniamo convinti da Dio stesso.
L’Avvento è tempo di speranza e perciò tempo di gioioso impegno e di fecondo cambiamento. Ci fa aprire alla Parola di Dio che viene ancora a prendere carne in mezzo a noi. È tempo di ascolto del Signore. Lui ci fa guardare il mondo e la storia umana con i suoi occhi. Lui ci parla nella sua Parola e ci conduce per mano verso la trasfigurazione definitiva della storia, quando si accenderà il suo Giorno, il giorno del suo ritorno definitivo come Signore della storia trasfigurata e riscattata dal male, dagli operatori di iniquità e di violenza, dalla guerra, dall’ingiustizia dalla morte, che la Scrittura chiama l’ultimo nemico.
Ecco perché, già a partire da questo tempo di avvento e poi nei prossimi tempi di quaresima e di pasqua, nella nostra amata Chiesa di Palermo siamo chiamati tutti a fermarci ed ascoltare la Parola di Dio. Non un esercizio formale e rituale, ma piuttosto un esercizio esistenziale, un cuore a cuore che trasforma la vita di ogni credente. Insieme ai Consigli Pastorale e Presbiterale ci siamo detti che quest’anno daremo più spazio all'ascolto di Dio e fra noi. Non c’è migliore occasione di questi centri di ascolto della Parola di Dio per vivere insieme sotto la luce dell’invocazione dello Spirito l’ascolto di Dio e l’ascolto fraterno – lectio e collatio – che poi si trasformano in preghiera contemplativa – oratio e contemplatio –.
Il vostro Vescovo è con voi. Lo sapete bene. Cammina con voi. Per primo ascolta la Parola. Per primo vi ascolta. Insieme, nella comune obbedienza a questa Parola di salvezza, procediamo con gioia nei sentieri che Dio ha tracciato per noi in attesa del compimento del Regno, quando il Signore Gesù ritornerà nella gloria.
 
NOTIZIE DIOCESIPA
1. I giovani che si preparano al Matrimonio incontrano a Caritas
Dopo il significativo incontro con l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice di venerdì scorso in Cattedrale, i nubendi che si preparano al Sacramento del Matrimonio, si ritroveranno ancora per un primo importante appuntamento con la Caritas e gli immigrati.
L’incontro avrà luogo venerdì 2 dicembre 2016, alle ore 21 per un concreto aiuto al Centro San Carlo di piazza Rivoluzione nel corso del quale le coppie incontreranno Cristo nei poveri e negli ultimi. “Ogni gruppo è invitato a portare generi alimentari a lunga conservazione, prodotti igienico – sanitari e beni per infanzia – dicono i direttori dell'Ufficio di pastorale familiare Lia e Giuseppe Re e don Alerio Montalbano – per condividere con i più deboli la gioia e dare un significato alla loro scelta sacramentale”.
 
2. Percorso vocazionale a San Martino delle scale “Conosci Samuele?”
Nell’ambito del programma annuale della Pastorale vocazionale diocesana, domenica 4 dicembre 2016 si svolgerà un incontro del Percorso vocazionale “Conosci Samuele?” riservato a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni. L’incontro avrà luogo presso l’Abbazia di San Martino delle Scale alle ore 15.
 
NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
1. Al Santuario mariano di Altavilla inaugurato l’altare del povero
Un altare per il povero è stato inaugurato dall’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, all’interno dell’aula liturgica del Santuario mariano di Altavilla Milicia dove in tempo era allocato il Battistero. L’altare per i poveri è il segno tangibile del Giubileo della misericordia perché possa ricordare a tutti qual è l'impegno del cristiano.
L’originale idea del parroco e rettore del Santuario della Milicia, don Salvo Priola, riprende le “Tre P” contenute nello stemma episcopale di Lorefice (Pane eucaristico, Parola di Dio, Poveri).
“Qualcuno si stupirà – afferma don Priola – ma ha un significato preciso. L’unico altare che è Cristo ha tre segni: uno l’altare della Parola che è l’ambone, l’altro è la mensa eucaristica dove pane e vino vengono transustanziati nel corpo e sangue di Cristo, e poi l’altare del povero, perché il povero è la carne di Cristo e come diceva il beato Giacomo Cusmano è l’ottavo sacramento. Tutto questo diventa un segno evidente dentro l’aula liturgica”.
Monsignor Lorefice ama particolarmente questo santuario mariano e lo ha ricordato ai tanti fedeli che si sono radunati in occasione dell’inaugurazione. Presente anche il direttore della Caritas diocesana, don Sergio Mattaliano.
“Gesù nell’ultima cena ha detto ‘fate questo in memoria di me’ e ci ricorda che ha spezzato la vita per noi – sottolinea l’arcivescovo -. A Pietro ha detto ‘lavatevi i piedi a vicenda come ho fatto io con voi’. E anche che ‘qualunque cosa avete fatto ai piccoli l’avete fatta a me’. Per questo mi piace molto l’idea del parroco che ha voluto questo altare del povero, perché ci fa comprendere gli altri due altari presenti in ogni chiesa”.
L’altare ha la forma di braccia, nel piede riporta lo stemma della Caritas e sulle pareti il versetto di Tobia: “Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio” e l’immagine stilizzata di un abbraccio accogliente. Rappresenta uno sguardo permanente rivolto agli ultimi e ai poveri, “che nel nostro territorio sono tantissimi – aggiune il parroco -. Ho trovato numerose famiglie in grave difficoltà, a causa della perdita del lavoro del capofamiglia. Qui in molti vivevano di edilizia e di agricoltura, due settori ormai morti”. Sull’altare saranno poste stabilmente tre ceste, per contenere ciò che i fedeli vorranno condividere con i più poveri. Accanto due bacheche, dove ogni mese sarà esposta l’immagine di un santo della carità, con notizie biografiche e testi attinenti, a cominciare da Madre Teresa di Calcutta appena canonizzata nel settembre scorso, “in modo che chi porta qualcosa per i poveri non doni soltanto, ma riceva qualcosa, imparando ad amare i poveri. Vogliamo fare in modo che chi entra in questo Santuario ne esca diverso, cambiato”.
 
2. Adorazione Missionaria nella parrocchia dell'Arenella
Giovedì 1 dicembre 2016, alle ore 21, nella parrocchia di Sant’Antonio all'Arenella, guidata da don Francesco Di Pasquale, si svolgerà l'Adorazione del Santissimo Sacramento animata dall'Equipe Missio Giovani della Diocesi.
L’Adorazione Eucaristica sarà animata con canti, la riflessione sulla parola del Vangelo e la testimonianze dei missionari, guidati da p. Mario insieme all'Equipe Missio Giovani dell'Ufficio Missionario della diocesi di Palermo.
“Questa proposta di preghiera ed ascolto – afferma p. Mario Fugazza, Missionario Comboniano a Santa Lucia – è rivolta soprattutto ai giovani della parrocchia e della zona, per far conoscere il programma di Missio Giovani e invitare coloro che sono interessati a partecipare. Desideriamo proporre di vivere un momento di ascolto della missione  che viene a noi portando i suoi doni di adorazione a carattere missionario”.
 
3. Premio Internazionale “Beato Padre Pino Puglisi”
Venerdì 2 dicembre 2016, si terrà la 12° edizione del Premio Internazionale “Beato Padre Pino Puglisi”. L’annuale appuntamento dedicato alla memoria del sacerdote ucciso dalla mafia si svolgerà alle ore 21 presso il Real Teatro Santa Cecilia.
 
AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
1. Concerto di Natale – Il Mediterraneo in dialogo
La Radio dell'Arcidiocesi di Palermo Radio Spazio Noi, organizza il Concerto di Natale – Il Mediterraneo in dialogo. L'evento dell'Arcidiocesi di Palermo è stato realizzato con la collaborazione della Pastorale per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, Pastorale della Cultura, Pastorale per le Comunicazioni Sociali, Pastorale della Educazione Cattolica, Scuola e Università, Ufficio Pellegrinaggi, Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, Pastorale degli Anziani, Pastorale della Famiglia, Pastorale dei Giovani, Pastorale Sociale e del Lavoro, Pastorale delle Migrazioni, Pastorale della Salute, Ufficio per l'Insegnamento della Religione Cattolica.
L'evento, al quale sarà presente l'Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, si terrà domenica 11 dicembre, alle ore 18.45, nella Chiesa di San Domenico, in Piazza San Domenico.
Programma: Le Parole, con riflessioni di Nicole Oliveri, Iman Rosalia Marchiafava, Maria Lo Presti, Giuseppe Savagnone sul tema “Il mistero della donna nelle religioni del Mediterraneo”. La Musica, con Pastorali Novene Canti della tradizione del Mediterraneo eseguiti da Yankele Ensemble con la “Piccola Orchestra d'Archi”.
Le Parole andranno in onda su Radio Spazio Noi in Blu sabato 17, sabato 24 e sabato 31 dicembre alle ore 18.12. La Musica andrà in onda domenica 18 e domenica 25 dicembre alle ore 21 e domenica 1 gennaio sempre alle 21.
 
2. Sul Tgweb il Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo alla Diocesi
Il Messaggio di Avvento dell’Arcivescovo alla Diocesi, gli sbarchi dei minori che preoccupano la Caritas impegnata nell’accoglienza e il calendario liturgico consegnato alle comunità ecclesiali. Sono alcuni dei servizi che questa settimana, propone il Tgweb dell’Arcidiocesi di Palermo, il magazine, ideato e realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, con la collaborazione dei Servizi informatici che viene postato il sabato sul sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi e sul sito dell’Arcidiocesi.
Guarda il Tgweb: https://www.youtube.com/user/tgwebdiocesipa
 
L’OPINIONE DI… Giovanni Di Cara*
1. L’Anziano ed il Diritto ai Rapporti Affettivi
Alcuni studiosi banalizzano il problema del rapporto tra l’Anziano e gli affetti, limitandolo all’innamoramento.
Il problema, com’è ovvio, è molto più profondo. Di solito, si parla di cura della salute, di assistenza, di costi. Non si parla mai di affetti.
Eppure, quando un anziano è abbandonato, quando non è più niente per nessuno, muore : i gerontologi dimostrano che diminuiscono e cessano progressivamente anche le funzioni fisiologiche.
Un anziano può ben comprendere che la famiglia non lo possa più tenere in casa e può anche accettare, con sofferenza,  di finire in una casa di riposo; ma non può mai accettare di essere abbandonato: Il bambino senza affetti cresce male; l’anziano senza affetti, muore.
Evidentemente, questo è il ruolo insostituibile della famiglia, e l’ente pubblico non può garantire gli affetti.
Si usa dire che il vecchio diventa come un bambino; per alcuni aspetti è vero: ad esempio, diventa debole, fragile, indifeso proprio come il bambino.
Il bambino ha però una famiglia che lo difende e lo protegge. L’anziano talvolta no.  Ma, l’anziano ha dei diritti nei confronti della propria famiglia? I figli hanno dei doveri nei confronti dei genitori? Sul piano etico, certamente.
La Bibbia li afferma con forza:
Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo comanda. ( Dt 5,6, e IV Comandamento);
Maledetto chi maltratta suo  padre e sua madre. (Dt 27,26);
Chiunque maltratta suo padre e sua madre dovrà essere messo a morte. (Lev  20,29);
Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli; figlio soccorri tuo padre nella vecchiaia; non contristarlo durante la sua vita; la pietà verso il padre, non sarà mai dimenticata. (Sir 3,2 segg).
Nel Concilio Vaticano II, vi sono due passaggi sui doveri della famiglia verso i genitori: provvedere ai vecchi non solo del necessario ma anche renderli partecipe equamente dei frutti del progresso economico (Apostilicam Actuositatem n.11); e nella Gaudium et Spes: I figli…….risponderanno ai benefici ricevuti  con affetto riconoscente, con devozione e fiducia; e saranno loro vicini come si conviene a figli, nelle avversità e nella solitudine della vecchiaia (n. 48).
La “Carta dei Diritti della Famiglia” elaborata dalla Santa Sede e pubblicata dall’Osservatorio Romano il 15 novembre 1983, afferma: Gli anziani hanno il diritto di trovare all’interno della propria famiglia, o, quando ciò non sia possibile, in adeguate istituzioni, affinchè  possano permettere loro di trascorrere la vecchiaia in serenità.
Ci sono due diritti fondamentali che la sicurezza sociale dello Stato non è in grado di soddisfare senza la famiglia:
Gli anziani hanno il diritto che la famiglia non li allontani dal loro ambiente di vita, per non cadere rapidamente nella non autosufficienza.
In secondo luogo, gli anziani hanno il diritto che la famiglia non li abbandoni affettivamente, perché hanno bisogno di affetto per vivere. La persona anziana,
quando non è più amata da nessuno, pian piano si spegne. Questo è ampiamente dimostrato dalla esperienza quotidiana.
E allora, che fare? Occorre  un’azione di recupero dei valori e degli affetti familiari, con l’impegno innanzitutto della Chiesa e dei Gruppi che in essa lavorano: la pastorale parrocchiale degli anziani non potrà far mancare il proprio concreto impegno in tal senso, coinvolgendo anche i giovani.
(così, anche Giovanni Nervo in “Anziani problema o risorsa? Ed. EDB 1994.
A cura di Giovanni Di Cara Responsabile della Pastorale Anziani dell’Arcidiocesi di Palermo)