Mafia, giovani e lavoro, famiglie in difficoltà al centro della riflessione della C.E.Si.

La presenza della mafia nel tessuto sociale della terra di Sicilia e l’incompatibilità tra essa e il messaggio del Vangelo, la concreta, vigile, paterna vicinanza ai giovani, l’intenzione di produrre orientamenti comuni alle Chiese siciliane per accompagnare, discernere e integrare le fragilità delle famiglie e le situazioni irregolari, sono alcuni degli argomenti trattati dai vescovi di Sicilia, riuniti a Nicosia dal 16 al 18 marzo 2017.
In  merito  alla  questione  sempre  attuale e  sempre  ricorrente della  presenza  ella  mafia  nel tessuto sociale della  nostra  terra di  Sicilia,  i  Vescovi  hanno ribadito  quanto  già  affermato  in  passato  attraverso  vari  documenti: “Nuova  evangelizzazione  e  pastorale” (1994), “Finché  non  sorga  come stella la sua giustizia” (1996), “Amate la giustizia voi che governate sulla terra” (2012). “Tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa – dicono – debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa”.
Con riferimento al convegno delle Conferenze Episcopali del Sud: “Chiesa e lavoro. Quale futuro  per  i  giovani  del  Sud, i  vescovi  hanno  ribadito  i  contenuti  del  messaggio  finale  rivolto ai giovani a conclusione del convegno.
“Conosciamo il disagio di molti giovani che vivono in un contesto sociale che non favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro e non offre prospettive incoraggianti. Vogliamo dare loro atto che in un momento di diffusa crisi sociale, di fronte alle difficoltà a trovare soluzioni e alle numerose contraddizioni degli adulti, non si sono arresi e hanno cercato di inventarsi nuove strade, anche quelle che portano fuori dalla propria terra con il rischio reale della desertificazione della nostra terra e della perdita di risorse umane fresche ed intelligenze. Siamo  convinti  che far leva sui giovani sia un atto di lucidità politica, al quale non si vorranno e non si dovranno sottrarre le istituzioni centrali e regionali,  deputate a creare le  condizioni per incrementare l’occupazione al Sud. A tale scopo bisogna sgombrare il  campo dalle logiche del clientelismo, dalle lentezze della burocrazia, dalla invadenza della malavita organizzata. Ma è necessario soprattutto fare spazio alle nuove frontiere del lavoro, sviluppando modelli organizzativi in linea con l’evoluzione della società e della  tecnologia. Per questo rivolgiamo alle istituzioni competenti un caloroso e pressante appello ad intervenire con urgenza e concretezza, mediante politiche appropriate. Ai nostri giovani, assicuriamo che non li perderemo di vista e che li affiancheremo nel loro cammino; e assicuriamo  loro di potere contare sempre sulla nostra concreta, vigile, paterna vicinanza, nella realizzazione delle loro legittime aspirazioni”.