Le parrocchie dell’Arcidiocesi di Palermo continuano a vivere l’esperienza del pellegrinaggio verso la Cattedrale per onorare santa Rosalia, a 400 anni dal ritrovamento delle sue spoglie mortali. Il “Giubileo Rosaliano”, indetto dall’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice per il quarto centenario dell’evento che salvò la città dalla peste, prosegue attraverso il programma definito dal Comitato Diocesano e che coinvolge i sei Vicariati: i fedeli delle parrocchie del III e del IV Vicariato il prossimo 10 aprile si recheranno in Cattedrale per la venerazione delle reliquie di Santa Rosalia e la Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, Mons. Corrado Lorefice. Da Porta Nuova una processione partirà alle ore 18.00 fino alla Cattedrale. Qui, al termine della Celebrazione, l’Arcivescovo affiderà ai Vicari Episcopali i reliquiari di S. Rosalia che nelle prossime settimane saranno ospitati nelle parrocchie secondo il calendario – dall’11 aprile al 28 maggio – che sarà predisposto dai Vicari e dai parroci coordinatori e diffuso tramite i canali di comunicazione diocesani.
L’animazione dei canti liturgici per la Celebrazione Eucaristica è stata affidata alle corali delle parrocchie S. Michele, S. Luisa de Marillac e S. Giuseppe Cottolengo; il servizio liturgico sarà svolto dai ministri istituiti sotto il coordinamento dell’Ufficio Liturgico diocesano. Il pellegrinaggio e la Celebrazione Eucaristica saranno trasmessi attraverso una diretta streaming sui canali dell’Arcidiocesi (a cura dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali-Ufficio Stampa e dell’Ufficio diocesano per i Servizi Informatici).
Lo scorso 9 febbraio il pellegrinaggio verso la Cattedrale era stato vissuto dalle parrocchie del I e II Vicariato.
Il pellegrinaggio delle parrocchie del V e del VI Vicariato è in programma il 29 maggio 2024.
“Rosalia ha vissuto una vita che oggi ha ancora molto da dirci – ha sottolineato l’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice – perché è una donna di un’attualità unica che ci ricorda il nostro mandato cristiano, che è quello di liberare i cuori. Rosalia scende in città e riconsegna alla gioia una città schiacciata dal male, schiacciata dal morbo della peste; Rosalia riconsegna la città alla vita. Oggi gioisco con voi perché questo è il motivo per cui abbiamo pensato il Giubileo nel IV Centenario: non per fare raduni o dare vita a una sequenza di celebrazioni ma perché Rosalia è pronta nuovamente a scendere in città per testimoniarci il primato della fede, della relazione con Dio che cambia le nostre vite. Rosalia ci riconsegna il compito di stare nella città, lo dico per i nostri figli, per i nostri nipoti, per i ragazzi, per i giovani. Oggi, come allora, c’è bisogno di una salda fede e Rosalia ci ricorda la fede salda, radicale: io, nei confronti di Dio; io, nei confronti del Figlio morto e risorto; io, nei confronti dello Spirito che ho ricevuto nei Sacramenti dell’iniziazione cristiana; io, riesco a dare questo primato d’amore a Dio? E le nostre comunità, hanno consapevolezza di quello che sta dicendo a noi questo tempo? Perché se allora era la peste, oggi abbiamo una sfida rappresentata dalla trasmissione della fede ai nostri figli, alle nuove generazioni; stiamo rischiando di non saper più trasmettere la fede, di non far capire cosa significa la presenza di Dio nella vita dei giovani. A volte diventiamo paurosi, anzi scappiamo dai giovani e li consegniamo nelle mani di una peste infernale: la fragilità, la solitudine, la paura che li porta ad essere manipolati, predati, dai falsi venditori di felicità”.