Una visita gradita quella che stamani l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice ha fatto a Biagio Conte, il missionario laico che da quattro giorni fa lo sciopero della fame, in piazzetta Anita Garibaldi, il luogo dove fu ucciso don Pino Puglisi, per chiedere alle istituzioni di intervenire per revocare l’espulsione di Paul, un ghanese di 51 anni che da quasi due decenni vive alla Missione speranza e carità e svolge l’attività di idraulico.
Insieme all’Arcivescovo c’erano anche il parroco della parrocchia di San Giovanni Bosco, don Giuseppe Calderone e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “La Chiesa e le istituzioni si stringono attorno a Biagio Conte che dà voce all’uomo invisibile – dicono Lorefice e Orlando – in una Palermo che non dimentica nessuno”.
“Carissima e amata terra d’Italia, non è giusto, la nazione d’Italia non merita abbandonare i suoi figli e i figli di altri popoli – si legge in una lettera aperta del missionario laico -. Ricordati e sappi che anche noi italiani siamo emigranti in tutto il mondo, non ci hanno chiuso le porte, perché adesso l’Italia, che è stata sempre aperta, sensibile, accogliente, decide di chiudere le porte, il cuore? Abbandonare gli immigrati a se stessi è un tentato omicidio, un tentato suicidio, una vera ingiustizia con le conseguenze di un aumento dei clandestini, dei senzatetto, della delinquenza, della violenza. Per paura, sconforto possono cadere nelle mani della delinquenza, della malavita, della mafia. Il sentirsi emarginati, esclusi può trasformarli in schegge impazzite, rischiano di cadere ed entrare nelle mani del terrorismo”.