Cattolici, anglicani, evangelici, ortodossi, valdesi, ebrei, musulmani e buddisti hanno risposto tutti all’appello dell’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, che in occasione del Festino li ha inviati in Curia, sotto la regia del direttore dell’Ufficio per il dialogo interreligioso, don Piero Magro, per un incontro di fratellanza per abbattere cortine e steccati, tra chi professa fedi religiose diverse e appartiene a etnie diverse, ma condivide strade e piazze, luoghi di lavoro e aule scolastiche.
Il salone Filangeri era pieno e cerano pure tanti bambini della missione Speranza e carità fondata da Biagio Conte che hanno intonato canti e inni alla Pace. Poi un gruppetto di piccoli musulmani accompagnati dall’Iam della moschea di piazza Gran Cancelliere, Mustafà Boulaalam Abderrahmane, ha donato una quadro con un versetto del Corano a don Corrado. L’incontro è stata l’occasione anche per prendere posizione sui temi delle migrazioni e della paura del diverso, a partire dalla qualità del dibattito politico.
“In un momento così grave, di crisi epocale, di cambiamento radicale, la nostra parola deve levarsi in difesa del povero e dell’oppresso – ha affermato monsignor Lorefice -. Vessazioni, muri, respingimenti, leggi liberticide, sfruttamento degli ultimi e dei senza voce devono trovare in noi l’unico vero muro di cui la storia ha oggi bisogno: il muro levato a interrompere il viaggio dell’ingiustizia, dell’egoismo, del cinismo del potere che distrugge e annienta per conservarsi, per autorigenerarsi”. Al termine dell’incontro è stato benedetto il pane dei poveri offerto dalla Missione “Speranza e carità” che è stato offerto agli intervenuti insieme ad altri prodotti.