A 25 anni dall’omicidio, l’esempio di don Pino Puglisi, in uno dei quartieri più difficili della città è stato ricordato dal direttore del centro di giustizia minorile per la Sicilia, Rosanna Gallo. In tale circostanza la sala Gialla del centro per la giustizia minorile porterà il nome del sacerdote ucciso a Brancaccio dalla mafia il 15 settembre del 1993 e beatificato nel 2013.
“Da noi ci sono ragazzi che hanno al massimo 25 anni e non hanno mai visto Padre Puglisi ma i suoi insegnamenti vanno oltre la sua vita. È giusto che nei luoghi della giustizia minorile e di comunità di Palermo – afferma Rosanna Gallo – risuoni per sempre il nome di padre Pino Puglisi, grande insegnante, educatore di strada e medaglia d’oro al valore civile, che ha speso la sua stessa vita, con passione e coraggio, per strappare i giovani del territorio alle subculture criminali e mafiose e offrire loro occasioni concrete di educazione alla legalità e buona vita”.
Alla cerimonia sono intervenuti l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, il procuratore della Repubblica per i minorenni di Palermo, Maria Vittoria Randazzo, il presidente del Tribunale per i minorenni di Palermo, Francesco Micela, l’assessore alle Politiche giovanili Giovanna Marano, e il fratello del Beato, Francesco Puglisi.
“Questa iniziativa ci ricorda l’atto di fiducia quotidiano di don Pino nei confronti di tutti noi – spiega l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice -. Don Pino ci ricorda che ciascuno di noi, al di là della propria provenienza o collocazione territoriale, e penso in particolare ad alcuni quartieri, porta dentro un bene che bisogna tirare fuori. Intitolargli una sala qui è anche un atto di speranza e responsabilità per noi tutti, un invito a ripartire dai più piccoli se vogliamo che ci siano giustizia e legalità”.
A ricordarlo anche gli insegnanti Gregorio Porcaro, Rosaria Cascio, don Francesco Stabile e Martino Lo Cascio, assistente sociale e fratello dell’attore Luigi, noto al grande pubblico per aver interpretato Peppino Impastato ne “I Cento Passi”. E ancora alcune classi e insegnanti del liceo classico Vittorio Emanuele II e membri dell’associazione Libera e del centro Padrenostro, che hanno donato l’immagine di 3P al Malaspina.
“L’idea di intitolare questa sala a mio fratello mi rende orgoglioso perché questo vuol dire che la sua memoria è ancora viva – dice Francesco Puglisi -. Per me i preti si dividono in due categorie: quelli che lo fanno per vocazione e quelli che lo fanno per mestiere. I primi saranno sempre un punto di riferimento e un esempio da seguire, per i secondi mio fratello sarà sempre una spina nel fianco”.