Il Rotary Club finanzia il restauro del Crocifisso ligneo del XVIII secolo della cappella di villa Palagonia

Il Crocifisso ligneo del XVIII secolo ieri mattina è ritornato nella cappella dell’Assunta di villa Palagonia, grazie ad un intervento artistico del Rotary Club Bagheria che ha commissionato il restauro della pregevole opera d’arte. Il restauro è stato effettuato da Ambra Lauriano, con la collaborazione di Rachele Lucido presso il laboratorio di restauro del Museo Diocesano di Palermo diretto da Mauro Sebastianelli. “Le fasi principali dell’intervento sono consistite nell’esaminare gli interventi precedenti – afferma la restauratrice – tra gli elementi del corpo centrale e delle due braccia vincolate. Abbiamo scoperto che la coroncina è una corda attorcigliata al capo e le spine realizzate con canna di bambù. Nel corso del lavoro abbiano rimosso gli strati numerosi che hanno fatto emergere i colori ad olio originari. Il sangue sul volto di Cristo era realizzato con lacche rosse ad effetto a rilievo. L’anatomia del Crocifisso è settecentesca, tuttavia il perizoma e le gocce di sangue sono retaggio del secolo precedente. In particolare il perizoma che era grigio è stato scoperto che originariamente era dorato. Anche la croce invece è coeva al Cristo e lo stato di conservazione, tutto sommato non era a rischio se si esclude un modesto interessamento da insetti xilofagi, ovvero tarli. Abbiamo pertanto proceduto a rimuovere gli strati di colore dal viso e dai capelli perché lo strato pittorico originale era coperto”. La consegna ufficiale del Crocifisso restaurato si è svolta al temine di una celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Emerito di Monreale, mons. Salvatore Di Cristina e concelebrata dal rettore della chiesa, don Salvatore Lo Bue. “I segni della passione non potevano essere cancellati – dice don Lo Bue – perché attraverso il dolore Cristo siamo stati salvati. Non a caso il Rotary si è interessato all’intervento artistico perché proprio all’interno di villa Palagonia è nato”. Mons. Di Cristina invece ha posto i tanti interrogativi sul perché si facevano questi interventi sulle opere artistiche.