“Per me la visita di mons. Heinrich Bedford – Strohm è motivo di grande comunione oltre che di opportunità di incontro e di reciprocità. E soprattutto perché la presenza a Palermo del presidente della Chiesa Evangelica di Germania è dettata da qualcosa che ci sta veramente a cuore”. Ad affermarlo l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice che ha ricevuto in episcopio il presidente della Chiesa Evangelica Tedesca, in Sicilia per una serie di incontri con realtà ecclesiali, laiche e del volontariato legati ai temi dell’accoglienza, dei diritti dei migranti e delle politiche europee in materia di migrazione.
“Siamo a Palermo al cuore del Mediterraneo – ha proseguito Lorefice – ed è da qui che deve ripartire per tutta l’Europa l’opportunità per riconfermare i principi più veri della nostra Europa: la persona al centro”.
Nel corso del cordiale incontro, i due presuli si sono confrontati sull’impegno di tutte le Chiede a favore dei migranti e dei rifugiati. “Oggi viviamo questo dramma di chi fugge dalla guerra e dalla fame – ha detto ancora l’arcivescovo di Palermo – attraversa il Mediterraneo che non può che rimanere un luogo di incontro. Il mare Mediterraneo deve continuare a permettere alle persone le persone di realizzare la loro piena dignità. Per questo condivido con il vescovo Enrico, i motivi che ci fanno pensare ad una Europa che ci fanno esprimere il segno più vero dell’accoglienza. Mi piace sottolineare come concretamente abbiamo insieme sostenuto anche questa drammatica situazione che si viene a verificare nel nostro mare. A causa forse dell’indurimento del cuore e direi anche della mente, si rischia di fare morire uomini, donne e bambini nel nostro mare e sono ben contento che invece c’è qualcuno che riesce oggi a mettersi in gioco, a fare si che quanti attraversano questo nostro mare possano avere un luogo di approdo. Da questo punto di vista mi piacerebbe ripensare anche la posizione di Palermo al cuore del Mediterraneo perché possa essere per tutta l’Europa anche il porto a cui tutti possano fare riferimento. Questo valore simbolico di questa città che ha conosciuto la contaminazione feconda di culture, questa città possa essere anche oggi per l’Europa un punto di partenza perché possiamo continuare a scegliere la persona e metterla al centro. A maggior ragione se nel volto di questi nostri fratelli che vengono dall’Africa e dal Medio oriente noi troviamo i segni di una oppressione che è causata dalla durezza del cuore di altri uomini. E quindi saluto con grande commozione questa presenza perché nel nome della comunione di Chiese possiamo ritrovare situazioni e realtà umane che ci possano permettere di testimoniare un Vangelo che segna ancora la coscienza di questa nostra Europa perché se per ogni uomo, e deve essere chiaro che l’altro uomo è soggetto di diritto che deve essere riconosciuto nella sua dignità, a maggior ragione lo è per quanti hanno conosciuto il Cristo perché ciò che avete fatto a questi nostri fratelli l’avete fatto a me”.
In una nota congiunta con il sindaco Orlando il vescovo Heinrich afferma: “I flussi migratori sono un fenomeno storico che ha origine nel diritto umano inalienabile alla mobilità, in cerca di migliori condizioni di vita, in fuga da guerre, povertà e devastazioni climatiche. In vista del prevedibile aumento dei flussi durante l’estate, è necessario per l’Unione Europea riaffermare i propri valori fondamentali e per i singoli Stati individuare soluzioni che evitino nuove morti nel Mediterraneo, favoriscano la creazione di canali umanitari e supportino la ricerca dei naufraghi e il salvataggio di vite umane. Manca un meccanismo di redistribuzione europea per l’accoglienza dei migranti salvati”.
Heinrich Bedford-Strohm nel pomeriggio ha partecipato anche all’avvio della preghiera interreligiosa alla Missione di Speranza e Carità, per Paul Yaw Aning, l’idraulico ghanese della missione, raggiunto da un decreto di espulsione perché il suo permesso di soggiorno era scaduto.