Ha coordinati l’incontro il vicario episcopale di zona, don Antonio Mancuso che già ieri aveva accompagnato Simoni a Bagheria dove ha reso la sua testimonianza di Fede.
Il card. Simoni fu imprigionato la veglia di Natale del 1963 e per 30 anni lavorò nelle miniere di rame e pirite, soffrendo il freddo e celebrando di nascosto ogni giorno l’Eucatistia a rischio della vita.
“Fui arrestato dal regime comunista a causa del mio annuncio del Vangelo – ha detto il Presule – il governo faceva di tutto per allontanare il popolo dalla Fede cattolica”. Liberato dalla prigionia Simoni ha perdonato i suoi aguzzini.
Ad ascoltare il cardinale Simoni anche un gruppo di seminaristi convocati dall’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, alcuni dei quali hanno fatto esperienza insieme alle suore francescane del Vangelo nella diocesi di Scutari in Albania.
“Ascoltate le parole di Gesù – ha detto il card. Simoni ai futuri presbiteri – rinunciando a tutto e portando la sua croce”. Poi si è rivolto ai presbiteri e diaconi ai quali ha detto: “Annunciare coraggiosamente il Vangelo e soprattutto seguirlo nella grazia è a fondamento per svolgere bene il ministero nella perseveranza, preghiera, castità e amore per il Vangelo di Gesù”.
L’Arcivescovo Lorefice nel ringraziare il testimone della Fede ha affermato: “Il Vangelo ha performato l’esperienza del cardinale Simoni, iniziata con la croce di Gesù che gli ha conferito un grande entusiasmo nell’annuncio. Egli ha avuto una santa ansia di raggiungere tutti e fare conoscere l’amore di Dio. Lo ringraziano per la sua forte testimonianza di un martirio che rimanda alla vocazione di tutti i fedeli e soprattutto per chi è chiamato ad annunciare il Vangelo come noi”.
Riprese Tommaso Tomasello