Contro l’esodo forzato dei giovani, la Chiesa siciliana decide di “fare fronte comune”. Lo scrivono nero su bianco i vescovi dell’Isola, riuniti a Palermo per la sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana. Su proposta della Commissione presbiterale siciliana, il cui direttivo era presente all’incontro, hanno ascoltato don Antonio Garau, fondatore del Movimento delle valigie di cartone, che da nove mesi organizza assieme agli studenti del movimento “Si resti arrinesci”, ad alcuni vescovi e ai sindaci, una serie di incontri, marce silenziose, per far sentire la voce dei giovani e delle famiglie costretti a lasciare la propria terra. Sabato prossimo, don Garau e il Movimento delle valigie saranno a Pietraperzia, assieme al vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, e al sindaco Antonio Bevilacqua, per un dibattito sul tema dell’emigrazione forzata e una marcia.
I vescovi nel corso dei lavori della Sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana, presieduta da mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania, hanno apprezzato l’impegno di don Garau e hanno evidenziato “i percorsi già avviati dalle diocesi di Sicilia per la promozione della cultura di impresa e della cooperazione, l’ecologia integrale, lo sviluppo di comunità e l’impegno di sensibilizzare le parrocchie verso la pastorale sociale come ambito di evangelizzazione”. Nel documento finale auspicano di «fare fronte comune nello spronare gli enti e le amministrazioni, nel farsi voce di questa fascia sofferente della popolazione e nell’accompagnare chi può praticare un’economia diversa in Sicilia per rianimare questa terra e rispondere con i fatti all’emorragia di giovani che continuano ad andare via».
“Soltanto insieme si può dare una risposta e avanzare una proposta – sottolinea don Garau -. Mi sono fatto voce di tanti giovani e di tante famiglie che, se non a noi, non sanno più a chi rivolgersi e da noi attendono una parola di speranza e un gesto concreto di condivisione”.