I Consigli presbiterali della Metropolia di Palermo riflettono su “La fraternità presbiterale”

“La fraternità presbiterale è un dono che preesiste a qualsiasi iniziativa umana, nasce dal sacramento dell’ordine e dal fatto che i presbiteri sono costituiti all’interno del presbiterio in una relazione con il vescovo e tra di loro”.

Lo ha detto don Dario Vitali, docente di “Teologia dogmatica” presso la Pontificia Università Gregoriana che ha relazionato su “La fraternità presbiterale”, martedì scorso nella Casa diocesana “Oasi di Baida” ai membri dei Consigli presbiterali delle diocesi della metropolia di Palermo che comprende le diocesi di Piana degli Albanesi, Monreale, Cefalù, Mazara del Vallo e Trapani. All’incontro organizzato dal Centro regionale “Madre del Buon Pastore” per la formazione permanente del clero, diretto da don Calogero Cerami erano presenti anche i rispettivi pastori il card. Paolo Romeo, mons. Carmelo Cuttitta, mons. Pietro Maria Fragnelli, mons. Domenico Mogavero e mons. Michele Pennisi.

Don Dario Vitali ha già guidato il I Seminario che si è svolto ad Agrigento lo scorso 9 gennaio. I seminari di approfondimento sono dedicati alla “Presbyterorum Ordinis” e si inseriscono nel programma delle offerte formative per i sacerdoti che, nell’anno pastorale 2014/2015, riflettono sul tema “Presbiteri discepoli missionari di Gesù buon pastore”. 
Le piste di riflessione proposte dal relatore vertevano sull’importanza della fraternità presbiterale così come prevede la costituzione Lumen Gentium in riferimento alla dottrina conciliare sul presbiterato, sulla forma di partecipazione al sacerdozio di Cristo, sulla rilettura della Tradizione e la presa di coscienza di una relazione costitutiva a partire dall’ordinazione e dalla comune appartenenza al presbiterio.
Nel corso dell’incontro di Baida sono emerse diverse problematiche e sfide, anche in relazione al rapporto tra il Vescovo e i presbiteri e in questo ambito ha fatto la sua riflessione il vescovo di Mazara del Vallo mons. Domenico Mogavero il quale ha riconosciuto che non è una impresa facile la realizzazione della fraternità presbiterale.