I diaconi e le loro spose, sabato scorso, si sono ritrovati nella Casa diocesana di Baida per riflettere sui lavori del Convegno delle Chiese d’Italia svoltosi a Firenze. La relazione sul tema “I diaconi misericordiosi come il Padre per un nuovo umanesimo” è stata svolta dal diac. Pino Grasso che ha partecipato all’assise nazionale.
Interessante quanto riportato sull’intervento del Santo Padre Francesco che ha consegnato il triplice impegno all’umiltà, al disinteresse e alla beatitudine che ha avuto poi una refluenza nella discussione che ne è scaturita in seguito.
I diaconi hanno manifestato infatti, il desiderio di potere impegnarsi nella costruzione di relazioni nella comunità diocesana al servizio del Vescovo.
All’incontro organizzato dal delegato arcivescovile don Giuseppe Sunseri, ha preso parte il vescovo eletto di Ragusa mons. Carmelo Cuttitta che in tale occasione è stato salutato e ringraziato per il servizio generoso offerto alla Chiesa di Palermo in qualità di vescovo ausiliare di Palermo.
“In questo un momento particolare che stiamo vivendo – ha detto mons. Cuttitta – dobbiamo comprendere cosa ci viene consegnato dal Concilio Vaticano II che ancora non viene fuori bene. Innanzitutto occorre prendere coscienza che i diaconi non sono un gruppo, ma appartengono all’ordine dei diaconi e in quanto tali debbono riscoprire la loro identità. I diaconi hanno doveri e diritti e una connotazione che deve essere garantita da tutti”.
Per questo, secondo Cuttitta, i diaconi debbono rimettersi in gioco per evitare di sclerotizzarsi in un determinato servizio e studiare nuove metodologie per raggiungere i poveri come indicato dal Santo Padre Francesco.
“Il ministero va ripensato e non ridotto al mero servizio liturgico e catechetico – ha aggiunto il vescovo – o diventate protagonisti coerentemente con quanto indicato dal Papa o siete destinati a non essere efficaci nella comunità diocesana. Inoltre bisogna avere maggiore docilità ad aprirsi a nuovi servizi diocesani in stretta collaborazione con il vescovo”.
Interessante quanto riportato sull’intervento del Santo Padre Francesco che ha consegnato il triplice impegno all’umiltà, al disinteresse e alla beatitudine che ha avuto poi una refluenza nella discussione che ne è scaturita in seguito.
I diaconi hanno manifestato infatti, il desiderio di potere impegnarsi nella costruzione di relazioni nella comunità diocesana al servizio del Vescovo.
All’incontro organizzato dal delegato arcivescovile don Giuseppe Sunseri, ha preso parte il vescovo eletto di Ragusa mons. Carmelo Cuttitta che in tale occasione è stato salutato e ringraziato per il servizio generoso offerto alla Chiesa di Palermo in qualità di vescovo ausiliare di Palermo.
“In questo un momento particolare che stiamo vivendo – ha detto mons. Cuttitta – dobbiamo comprendere cosa ci viene consegnato dal Concilio Vaticano II che ancora non viene fuori bene. Innanzitutto occorre prendere coscienza che i diaconi non sono un gruppo, ma appartengono all’ordine dei diaconi e in quanto tali debbono riscoprire la loro identità. I diaconi hanno doveri e diritti e una connotazione che deve essere garantita da tutti”.
Per questo, secondo Cuttitta, i diaconi debbono rimettersi in gioco per evitare di sclerotizzarsi in un determinato servizio e studiare nuove metodologie per raggiungere i poveri come indicato dal Santo Padre Francesco.
“Il ministero va ripensato e non ridotto al mero servizio liturgico e catechetico – ha aggiunto il vescovo – o diventate protagonisti coerentemente con quanto indicato dal Papa o siete destinati a non essere efficaci nella comunità diocesana. Inoltre bisogna avere maggiore docilità ad aprirsi a nuovi servizi diocesani in stretta collaborazione con il vescovo”.