Figlie e figli miei carissimi!
Siamo ormai prossimi alla celebrazione della solennità più importante per un cristiano: la Pasqua del Signore Gesù Cristo, giorno in cui la morte è stata sconfitta dalla vita, l’isolamento dalla comunione, il pianto dalla gioia incontenibile.
È con questi sentimenti che vogliamo vivere gli ultimi giorni che ci separano dal grande evento della risurrezione, lasciandoci accompagnare – come ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima – «dal grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano». Anche noi abbiamo bisogno di essere sollecitati costantemente dalle nostre “comode posizioni”, che a volte fatichiamo a lasciare.
L’agire di Dio con noi può essere duplice: come una madre, che teneramente sveglia il proprio figlio la mattina affinché compia il suo dovere di studente, oppure come l’esultanza dei tifosi allo stadio, quando la propria squadra segna in porta! Così, ognuno sa di cosa ha bisogno: di un dolce invito o di un forte richiamo.
Affinché l’amore vinca in noi, dobbiamo rendere il nostro cuore disponibile ad accogliere quella parola di conversione che in questi giorni ci viene donata, l’unica parola che può liberarci da quel torpore spirituale che impedisce di vivere in pienezza la nostra fede.
Preoccupati e agitati da molte cose rischiamo di perderci la “parte migliore”, di non vivere più la nostra vita ma di lasciarci vivere da essa. Dovremmo piuttosto essere come la sentinella, che vigila sulla propria vita e sulle proprie relazioni, riuscendo a mettere al centro della propria quotidianità il Signore Risorto, che non aspetta altro di diventare compagno e confidente nel nostro cammino. Tutto questo aumenta la sensibilità del cuore, che da “sordo” diventa “orecchio attento” al grido del fratello nel bisogno.
In questo momento storico, sociale ed economico, sono particolarmente vicino alle famiglie che hanno perso il lavoro, che non sanno più come arrivare alla fine del mese, a tutte quelle persone che, scoraggiate e travolte dalle nuove forme di povertà, sono mortificate nelle loro qualità umane e professionali. Da qui nasce il mio appello affinché ciascuno di noi, possa essere quel samaritano che, trovando il fratello in difficoltà, lo curi, se ne prenda carico e lo accompagni per il futuro.
Tutta la comunità cristiana deve fare la sua parte, affinché il grido del povero non rimanga inascoltato, ma trovi accoglienza negli uomini e nelle donne di buona volontà.
Potremo celebrare la Pasqua se non ricadremo nel silenzio del sepolcro, ma se usciremo annunciando per le strade la vita bella del Vangelo, che rialza l’uomo dalle sue brutture e povertà, facendolo camminare a testa alta, da risorto!
Auguro a tutti di poter scoprire, vivendo l’esperienza della risurrezione, tutta quella forza presente in ciascuno di voi, quella energia che, attivata dalla grazia operante, riesce a costruire concretamente il regno di Dio fra gli uomini.
Auguri di una Santa Pasqua!