FESTA DI MARIA SS. ADDOLORATA AL MOLO
DISCORSO DI S.E. CARD. PAOLO ROMEO ARCIVESCOVO DI PALERMO
Cantieri Navali, 15 settembre 2011
1. So bene quanto la consueta sosta del simulacro della Beata Vergine Maria Addolorata, qui ai Cantieri navali della nostra città di Palermo, sia un momento atteso da parte di tutti voi, figlie e figli miei carissimi. Ma vi assicuro che anch’io, come Padre e Pastore di questa nobile Chiesa, giungo in mezzo a voi con emozione e trepidazione, sapendo di incontrarvi proprio dove sono puntati gli occhi di quanti vivono con angoscia l’incertezza del loro futuro di lavoro in cui impegnarsi con responsabilità e con onestà.
Dinanzi alla Madre ci troviamo tutti in un clima di dialogo e confidenza con lei. A lei non possiamo nascondere nulla. Maria fa questa sosta ai Cantieri ma questa sosta vuole essere in primo luogo un richiamo alla sosta che lei desidera fare nei nostri cuori, nella nostra vita, nelle nostre giornate.
“Ecco tua madre”. Con queste parole rivolte a San Giovanni, Gesù ha consegnato Maria a tutta l'umanità. Gesù ci ha consegnato sua Madre. L’ha consegnata a noi uomini perché, pur rimanendo segnati dal limite e dalla fragilità del peccato, potessimo sentirci sempre suoi figli, e potessimo sperare di ritrovare in lei una Madre che ci conforta, che ci sprona, che ci accompagna nel cammino verso il suo figlio Gesù.
“E dal quel momento il discepolo la prese con sé”. Gesù ci ha consegnato Maria perché noi la prendessimo fra le nostre cose, perché le facessimo fare questa sosta benedetta e preziosa nel nostro cuore, una sosta che è per noi promessa di salvezza. Così, come Madre dell’umanità, rinsalda i vincoli di solidarietà fra tutti noi, suoi figli.
2. Questa sosta dell'Addolorata oggi assume anche un valore particolare.
Maria sosta presso la croce di Gesù, accanto alla sofferenza del suo figlio, senza mai abbandonarlo. È impotente dinanzi al dramma che si sta consumando sul Calvario, ma è presente. E fa sentire anche in quel drammatico momento tutto il suo amore, incondizionato, pieno, generoso e commosso. La sua presenza dà sostegno al sacrificio del figlio che sigilla con il suo sangue la nuova ed eterna alleanza.
È proprio così anche per noi, carissimi fratelli e sorelle! Maria sosta ancora una volta in questo luogo, accanto alla sofferenza di tutti quegli operai che oggi trepidano per il loro futuro lavorativo, accanto ai giovani che vedono mortificata la loro capacità di creare una famiglia, accanto al rischio e alla realtà di nuove povertà che generano emarginazione e sconforto, che ledono e offendono l'uomo nella sua dignità.
Maria sosta accanto a noi. Accanto a voi, carissimi operai di questi gloriosi Cantieri navali! Questa sosta certo non risolverà i problemi che vivete, così come lo stare di Maria “presso la croce” del figlio non servì ad eliminare la sua sofferenza fisica.
Eppure in quel suo “stare presso la croce” è stata certamente grande la consolazione che Gesù ebbe dalla presenza di Maria accanto a sé! E’ stata benefica la sua presenza in preghiera, la sua determinazione ad accogliere pienamente la volontà di Dio che si compiva nell’offerta del figlio Gesù.
Maria sosta in mezzo a voi perché conosce bene le nubi della crisi che stiamo attraversando, evidenti soprattutto nel buio e nelle tenebre dell'incertezza economica in cui versa la nostra società. Maria ben comprende che queste nubi minacciano la serenità della vita e sa bene che in queste condizioni di lavoro precario è facile perdere la speranza, ed è altrettanto facile rivolgersi alle chimere e alle false soluzioni, che non fanno altro che farci precipitare nel vortice dei vizi e nel degrado di quei valori essenziali per ogni pacifica e costruttiva convivenza sociale.
È facile, e Maria lo sa bene, abbandonare il punto fermo della fede.
3. Così, in primo luogo, Maria, nostra Madre, ci invita a mantenere salda proprio questa nostra fede, come ella fece ai piedi della croce, e ci spinge a guardare oltre, a guardare alla risurrezione, alla vittoria finale del bene sul male, all'amore di Dio che non può mancare nemmeno nelle condizioni più estreme di precarietà e di povertà. Sotto la Croce, umanamente, Maria avrebbe avuto tanti motivi per rimanere delusa, per leggere il fallimento delle promesse di Dio. Eppure la sua fede rimane viva: Maria sa bene che i progetti di Dio sono sempre più grandi dei nostri. Per questo attende con pazienza che sia lui a compierli.
Nell’obbedienza alla Parola, interiorizzata e accolta con fede, Maria ha sempre saputo guardare oltre! E così Maria ci invita a non sentirci dannati, né condannati, ma amati da Dio, invitati a camminare sui sentieri del Signore, sicuri che se facciamo tutto quello che Gesù ci chiede, allora “fiorirà la giustizia e abbonderà la pace” (cf. Sal 72,2) fra tutti gli uomini. Maria ci invita a metter mano tutti ad una grande dose di ottimismo che per noi cristiani è una speranza nutrita del nostro agire concretamente orientato al bene.
4. Dall'altra parte, mi piace pensare che proprio lei, da donna operosa e madre di famiglia, chiede oggi che da tutte le parti si moltiplichino gli sforzi di quanti hanno responsabilità istituzionali per attivare soluzioni concrete che ricerchino il bene e la dignità di voi lavoratori, e che dunque ricerchino il bene e la dignità della nostra Città!
Domenica scorsa, ad Ancona, nella celebrazione eucaristica conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, in un area cantieristica ormai da anni deserta e senza commesse, il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto ricordare che qualsiasi sviluppo deve essere illuminato dalla rivelazione di Dio che promuove la vera dignità dell’uomo.
“La storia – ha affermato il Papa – ci dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane. Il pane – ha proseguito – è “frutto del lavoro dell’uomo”, e in questa verità è racchiusa tutta la responsabilità affidata alle nostre mani e alla nostra ingegnosità; ma il pane è anche, e prima ancora, “frutto della terra”, che riceve dall’alto sole e pioggia: è dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili: “Padre (…), dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11).
Sono sicuro che una visione veramente illuminata dalla fede e un comune impegno per l’ammodernamento dei Cantieri navali di Palermo possa riaprire gli orizzonti della speranza, per renderli capaci di gestire nuove commesse, e dunque all'altezza di garantire più lavoro e più dignità di vita.
Lo sguardo di Maria è come un appello perché i suoi figli abbiano la possibilità di lavorare dignitosamente in un’area cantieristica rinnovata e dunque di maggiore rilievo nell’ambito nazionale e internazionale. Si risolvano dunque quelle pastoie burocratiche che ritardano l’attuazione dei progetti già economicamente finanziati per l’ammodernamento di questo importante e storico settore lavorativo della nostra Città! Pastoie che offendono pericolosamente la dignità di tanti uomini onesti e ostacolano la progettazione dignitosa delle loro famiglie!
5. Insieme con voi, carissimi fratelli e sorelle, come Padre di questa comunità ecclesiale elevo ancora una volta la mia preghiera alla nostra Madre Addolorata, perché con la sua intercessione ci aiuti tutti, nella missione e nella responsabilità che ci è propria a “fare ognuno qualcosa”, come, facendo eco degli insegnamenti del Vangelo, in questa nostra Città, invitava a fare il Servo di Dio Padre Pino Puglisi, di cui oggi ricorre il diciottesimo anniversario dell’uccisione per mano mafiosa. Della sua figura e dell’esempio luminoso che ancora oggi ci interpella come Chiesa, faremo memoria questa sera alle 18, nella celebrazione eucaristica in Cattedrale, alla quale siamo tutti invitati.
Maria, Madre Addolorata, prega per noi!