ArcidiocesiNews 2 Settembre 2020

IN QUESTO NUMERO

IN PRIMO PIANO

  • CESI Giornata del Creato: “Ascoltare il grido di sofferenza della nostra terra di Sicilia”

 NOTIZIE DIOCESIPA

  • L’Arcivescovo da Siracusa: “Guai a tacere di fronte al demone del razzismo”
  • La Chiesa italiana ha il nuovo messale per la celebrazione

 NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI

  • Festeggiamenti diversi ad Altavilla Milicia nel rispetto delle linee guida sulla pandemia
  • Le offerte dei fedeli rubate dai ladruncoli del quartiere
  • Con il solenne pontificale di stasera, concluse le celebrazioni in onore di San Nicasio Martire Patrono principale della Città di Caccamo
  • Don Giorgio Scimeca scrive un libro su “La Parrocchia dell’Immacolata dal 1735 ai nostri giorni” di Cerda

 AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

  • Programma di settembre al Santuario di Montepellegrino
  • All’Arena M.A.S.C.I. il film “Pinocchio” con Roberto Benigni
  • Riunione congiunta Direttivo Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute e Referenti Vicariati

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IN PRIMO PIANO

1. CESI Giornata del Creato: “Ascoltare il grido di sofferenza della nostra terra di Sicilia”

Intervento del vescovo di Cefalù, mons. Giuseppe Marciante, delegato della Conferenza episcopale siciliana per i Problemi sociali, il Lavoro, la Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato, in occasione della XV Giornata Nazionale per la Custodia del Creato.

Con animo grato al Signore ci apprestiamo a vivere la XV Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che quest’anno assume un tono particolare per la felice coincidenza del V anniversario dalla promulgazione dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Mentre, ancora una volta, contemplando la creazione, attraverso la sua bellezza, siamo chiamati a cercare ed incontrare Dio, non possiamo non ascoltare il grido di sofferenza che in questi giorni giunge da più parti nella nostra terra di Sicilia che è tornata a bruciare, da San Vito lo Capo a Messina, colpite ancora una volta le Madonie, un territorio devastato dalle fiamme alimentate dal vento di scirocco e dalle alte temperature.

Spettatori, inermi, abbiamo assistito alla mano criminale dell’uomo che si alza per deturpare e distruggere un immenso patrimonio di fauna e di flora, mettendo a repentaglio, perfino la vita e la pacifica convivenza umana dei centri abitati.

Giornata del Creato: Solo nella giornata di domenica 30 agosto erano attivi 44 fronti di incendi, ciò ha comportato un massiccio dispiegamento di forze e di uomini per non contare le risorse economiche impiegate per fronteggiare tale emergenza.

Come ad Altofonte e nella Riserva dello Zingaro, ancora una volta la mano colpevole dell’uomo pesa gravemente sulle sorti della creazione distruggendo ettari di bosco, di macchia mediterranea e di fauna, inoltre, le fiamme hanno sfiorato i centri abitati, e luoghi pericolosi dai quali si sarebbero potute generare   tragedie. Tante domande aspettano ancora una risposta: Chi sono gli autori? Quali interessi si celano dietro ogni incendio doloso? Chi sono i mandanti? Appiccare un incendio è un delitto che equivale a ferire la propria madre, quella che San Francesco nel Cantico delle creature loda come: «Sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». La madre terra che provvede al nutrimento di tutte le creature. Appiccare un incendio è tradire il fuoco che non è stato chiamato a distruggere, ma: «per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte».

Condanniamo con forza ogni azione che mette in pericolo l’enorme patrimonio di biodiversità della nostra terra, nella speranza che i colpevoli vengano assicurati alla giustizia e ricordiamo con le parole di Papa Francesco: Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.

Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22).

Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora” (LS, 2).

Esprimiamo altresì la nostra vicinanza a tutti gli Amministratori regionali e locali, alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, agli uomini della Protezione Civile, ai volontari e a quanti sono impegnati in prima linea per la salvaguardia, la custodia e la prevenzione di ulteriori focolai che potrebbero tenere ulteriormente in ginocchio i nostri territori.

Serve una presa di coscienza delle responsabilità personali sul “destino” della nostra casa comune partendo dalla pulizia dei terreni privati, dalle opere di messa in sicurezza delle aree demaniali.

Auspichiamo che il lavoro di prevenzione possa essere esteso durante tutto l’anno con l’impiego a tempo pieno di quelle risorse umane rappresentate dai lavoratori forestali e che il mantenimento di tale bellezza possa essere, non solo fonte di attrazione per i turisti in diversi periodi dell’anno, ma anche risorsa per il sostentamento dei nostri giovani spesso costretti ad emigrare per la mancanza di occupazione. Ma si può fare ancora di più per rimarginare le ferite inferte ad ogni rogo: il ripristino dei boschi e delle aree danneggiate, la piantumazione e la semina per riattivare gli ecosistemi danneggiati.

NOTIZIE DIOCESIPA

1. L’Arcivescovo da Siracusa: “Guai a tacere di fronte al demone del razzismo”

“Guai a restare inerti di fronte al dolore e alle ingiustizie”. Ad affermarlo nel corso dell’omelia della celebrazione del 67° anniversario della Lacrimazione della Madonna a Siracusa, l’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice. “Maria piange sui suoi figli – aggiunge – piange su quanti sono morti in questi mesi, a causa della pandemia, su quanti hanno visto la loro vita devastata dal covid, perché hanno perso il lavoro, perché vivono gettati nell’incertezza e nella precarietà”. Poi torna anche sul dramma dei migranti. “Davanti a Maria piangente non posso distrarre i miei occhi da quel Calvario, che oggi si chiama Mare Mediterraneo. Non possiamo tacere mentre il demone del razzismo, dell’esclusione dell’altro, della politica intesa come arte della divisione sembra prendere il sopravvento. Su questo progetto di distruzione dell’uomo che Maria piange oggi e versa le sue lacrime di dolore – dice Lorefice – per tutti i corpi violentati e uccisi nei campi di concentramento libici e in quelli di tutto il mondo, per tutte le vite stroncate dagli affari loschi, dal commercio delle armi, dallo sfruttamento indiscriminato dell’Africa e delle sue risorse”.

Un fenomeno che mons. Lorefice definisce “eccidio di massa”. “È Maria piangente che chiede a tutti i responsabili delle nazioni, a tutti i politici dell’Occidente, di ogni colore politico, di centro, di destra, di sinistra: “E se queste donne, se questi bambini, se questi uomini annegati fossero vostri figli? Come reagireste? Io – dice Maria – piango, verso lacrime di immenso dolore di fronte alla morte dei miei figli e alla vostra indifferenza”.

2. La Chiesa italiana ha il nuovo messale per la celebrazione

La Conferenza Episcopale italiana ha dato il “placet” al nuovo Messale con i cambiamenti già decisi per il Gloria e il Padre Nostro, e modifiche nelle preghiere eucaristiche. Fra le novità introdotte, quelle sul Padre Nostro: non diremo più «e non ci indurre in tentazione», ma «non abbandonarci alla tentazione». Inoltre, sempre nella stessa preghiera, è previsto l’inserimento di un «anche» («come anche noi li rimettiamo»). In questo modo il testo del Padre Nostro contenuto nella versione italiana della Bibbia, approvata dalla Cei nel 2008, e già recepito nella rinnovata edizione italiana del Lezionario, entrerà anche nell’ordinamento della Messa. Altra modifica riguarda il Gloria dove il classico «pace in terra agli uomini di buona volontà» è sostituito con il nuovo «pace in terra agli uomini, amati dal Signore».

Il primo volume è stato presentato al Papa dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei. Francesco ha ringraziato per il dono ricevuto, sottolineando «l’importanza del lavoro svolto e la continuità nell’applicazione del Concilio» Vaticano II. Bassetti ha ricordato l’impegno profuso da tanti nel migliorare il testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico. Il Messale potrà essere usato appena pubblicato e diventerà obbligatorio dalla prossima domenica di Pasqua (4 aprile 2021).

NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI

1. Festeggiamenti diversi ad Altavilla Milicia nel rispetto delle linee guida sulla pandemia

Con il rito della benedizione del legname del carro trionfale da parte del rettore – parroco del Santuario, mons. Salvo Priola, si sono aperti i festeggiamenti in onore della Madonna della Milicia che porteranno centinaia di fedeli al santuario diocesano. I festeggiamenti che quest’anno tagliano il traguardo della 397a edizione si svolgeranno in forma diversa a causa dell’emergenza sanitaria. Non si terranno infatti, la processione religiosa e quelle della salita e discesa del carro trionfale. Una novità invece, è rappresentata dalla “Volata degli angeli” che su una idea del presidente del comitato dei festeggiamenti, Giovanni Giovenco avrà la variante delle volate senza corde come pure la modalità di esecuzione.

“Si svolgeranno due canti al giorno il 6, 7 e 8 settembre presso il Santuario sotto il quadro originale alle ore 12 – spiega Giovenco – e lo stesso sul carro, allestito davanti al Santuario, alle ore 20 degli stessi giorni”.

Tra i momenti religiosi più significativi l’ottavario di preghiera con la recita del Rosario e la celebrazione della santa Messa presieduta dal vice parroco, don Emilio Cannata. Domenica 6 settembre alle ore 19 la santa messa in Santuario con il rinnovo delle promesse matrimoniali e l’affidamento a Maria delle famiglie e la benedizione ai fidanzati. Lunedì 7 settembre i primi vespri con i canonici della Cattedrale presieduti dal Ciantro, mons Salvatore Lo Monte e l’8 settembre la celebrazione solenne alle ore 11 alla presenza delle autorità civili e militari. Nei giorni 6, 7 e 8 settembre il Santuario resterà aperto dalle ore 6.30 alle 13 e dalle ore 15.30 alle 24. Durante il mese di settembre, ogni giorno saranno disponibili i presbiteri per la celebrazione del Sacramento delle Riconciliazione.

2. Le offerte dei fedeli rubate dai ladruncoli del quartiere

“La Parrocchia di San Giuseppe Cafasso versa, in questo periodo (e non solo…) in gravi condizioni economiche. Pochissime o nulle le entrate. Con grandi sacrifici riusciamo a pagare le principali utenze”. È quanto afferma il parroco don Massimiliano Turturici il quale ancora una volta deve subire il furto delle offerte dei fedeli. “A completare il quadro già drammatico, ci si mettono alcuni personaggi – aggiunge – che ci derubano dei pochi soldi che raccogliamo durante la settimana. Come si può continuare in questo modo? Come possiamo aiutare la gente e servire il nostro territorio?”.

 3. Con il solenne pontificale di stasera, concluse le celebrazioni in onore di San Nicasio Martire Patrono principale della Città di Caccamo

“La testimonianza di San Nicasio come quella del fratello, a distanza di secoli dal martirio è ancora attuale ed interpella ogni cristiano”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica nel corso dell’omelia del Pontificale in onore di San Nicasio Martire, Patrono principale della Città di Caccamo.

Hanno concelebrato, il parroco della Parrocchia SS. Annunziata, don Domenico Bartolone, don Nicasio Galbo, don Francesco Cassata, don Vincenzo Battaglia, don Claudio Grasso, don Nicasio Lo Bue, don Diego Broccolo e i diaconi don Nunzio Pomara e don Pino Grasso. Presenti anche il Superiore della Confraternita di San Nicasio, Concetta Scacciaferro e le autorità civili e militari. Al termine il sindaco Nicasio Di Cola ha letto la preghiera a San Nicasio a nome della città e il vescovo Galantino ha benedetto la città con le reliquie del santo.

I due fratelli Ferrandino e Nicasio pronunziarono come frati laici i tre voti religiosi di Povertà, Castità e Obbedienza e il quarto voto di “restare in armi” per dedicarsi al conforto degli afflitti, all’assistenza dei pellegrini e degli ammalati e alla difesa dei territori cristiani della Terra Santa, aderendo pienamente allo spirito dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme che aveva come princìpi ispiratori la difesa della fede, l’assistenza ai pellegrini e agli ammalati, l’impegno alla solidarietà, alla giustizia, alla pace, sulla base dell’insegnamento della dottrina evangelica, in stretta comunione con la Santa Sede, attraverso una carità operosa e dinamica, sostenuta dalla preghiera.

4. Don Giorgio Scimeca scrive un libro su “La Parrocchia dell’Immacolata dal 1735 ai nostri giorni” di Cerda

“Un libro s’impara a scriverlo solo quando lo si è terminato: diceva Giovanni Papini. Aggiungo che l’ottimo è nemico del bene, mi diceva il card. Salvatore Pappalardo. Che cosa significa tutto questo: sono ormai in scadenza della mia permanenza a Cerda e quindi ho delle urgenze. Dico subito che questa pubblicazione cominciò solamente con due mani, le mie, ed è terminata con la collaborazione di tante persone e ne sono contentissimo”. Lo scrive il parroco Don Giorgio Scimeca, nella Postfazione del volume “La Parrocchia dell’Immacolata dal 1735 ai nostri giorni”.

“Perché questa pubblicazione? – scrive don Scimeca – perché a mia conoscenza non ne esisteva una consimile e quindi mi è venuto naturale scrivere visto che mi sono messo a sistemare l’archivio parrocchiale. Sono appunti di storia parrocchiale, ma che ho potuto raccogliere grazie ai documenti conservati in archivio. Altri ne mancano: e a questo proposito faccio un appello alle confraternite, pie unioni ecc.: conservatevi pure i vostri documenti, ma per piacere, fate delle fotocopie anche per l’archivio della parrocchia! Quest’ultima rimane nel tempo: ma i singoli fedeli a volte considerano il possesso di documenti di confraternite ecc. come un fatto privato e così non si sono trovati più tanti verbali che oggi hanno impoverito l’archivio della storia parrocchiale di Cerda”.

Don Scimeca ha raccolto tutti questi appunti nell’arco di un anno e ha dato una sistemazione cronologica. “Voi trovate una donna chiamata “Diomira”, (Dio guarda, mira) – scrive ancora don Scimeca – siete ciascuno di voi, cari cerdesi, a cui io mi rivolgo in modo retorico perché la pubblicazione ha lo scopo di essere un racconto. Spero di avervi fatto una cosa gradita, ma soprattutto per me è stato un grande atto di riconoscenza alla vostra fede e a quella dei nostri padri che ci hanno preceduto. Ho dedicato tutta questa fatica, piacevole, per me, alla patrona di Cerda. L’Addolorata”.

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

1. Programma di settembre al Santuario di Montepellegrino

Predisposto il Programma di Settembre 2020 al Santuario di Santa Rosalia. “Grazie alla presenza costante e stabile della Protezione Civile – spiega il rettore del Santuario diocesano di Monte Pellegrino, don Gaetani Ceravolo – ci sarà la possibilità della visita per alcuni giorni la settimana e ad orari precisi. Il Santuario si ritrova ad essere più in difficoltà rispetto alle altre Chiese a motivo della situazione logistica interna non facile da ‘gestire’ per la sicurezza di tutti”.

4 Settembre Solennità di Santa Rosalia Ore 11: S. Messa Solenne nella Sacra Grotta presieduta da Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo. Sarà possibile seguire la Celebrazione solamente attraverso la diretta trasmessa su: TRM e TV locali collegate; FB: Santuario Santa Rosalia Palermo; FB: Arcidiocesi di Palermo.

Il Santuario, resterà chiuso dal 3 al 7 settembre ed inoltre tutti i sabati, domeniche e lunedì.

Le visite in settembre, saranno possibili dal martedì al venerdì iniziando da martedì 8 con orario continuato dalle ore 10 alle ore 16.

Dei Giovani della Protezione civile, garantiranno gli ingressi (per un massimo di 25 persone per volta) facendo mantenere le norme di sicurezza (uso della mascherina, igienizzazione delle mani, distanziamento).

La ‘Scala vecchia’ sarà chiusa al transito pedonale e ciclabile per tutto il mese di Settembre 2020.

Il Santuario si ritrova ad essere molto ‘più in difficoltà’ rispetto alle altre Chiese a motivo della situazione logistica interna non facile da ‘gestire’ per la sicurezza di tutti. In questo tempo di emergenza non sarà possibile celebrare le Sante Messe pubbliche poiché si verrebbero a creare assembramenti esterni non controllabili. Si informano altresì i sacerdoti che non sarà possibile chiedere di potere celebrare in Santuario durante questo tempo di emergenza.

PROSPETTO-VISITE

MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ
1 2 X  X  X X  X  X
8 9 10 11
15 16 17 18
22 23 24 25
29 30 X  X  X X  X  X

ORARIO APERTURA CONTINUATO dalle ore 10 alle 16

 2. All’Arena M.A.S.C.I. il film “Pinocchio” con Roberto Benigni

Nella struttura del M.A.S.C.I. il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, in via Mura di San Vito, n. 10 a Palermo, presso l’Arena cinematografica, sabato 5 settembre 2020, sarà proiettato il film “Pinocchio” con Roberto Benigni. Il costo del biglietto è di 7,00 euro che comprende la visione del film e tra il primo e secondo tempo un piccolo break con bevanda inclusa, i posti sono limitati per garantire la sicurezza Covid. Per prenotare telefonare al numero 331/5310913.

3. Riunione congiunta Direttivo Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute e Referenti Vicariati

La prossima riunione congiunta del Direttivo dell’Ufficio Diocesano per la pastorale della salute e i Referenti dei Vicariati si svolgerà venerdì 4 settembre 2020, alle ore 16 e si terrà a palazzo Arcivescovile.

Il direttore dr. Angelo Vecchio ha previsto il seguente ordine del giorno:

  1. Corso di formazione per Operatori in Pastorale della Salute;
  2. Progetto “La Pastorale della Salute nelle comunità parrocchiali e nei luoghi di cura”.