A più di venticinque anni dal martirio di Padre Pino Puglisi, che cosa rimane della sua eredità umana e spirituale? A questa domanda risponde mons. Corrado Lorefice nel volume “Siate figli liberi! Alla maniera di Pino Puglisi”. Lo fa alla luce della recente visita pastorale di papa Francesco a Palermo, in cui il Pontefice ha consegnato il martire di Brancaccio a tutta la Chiesa. Accogliere e riconoscere il martire significa accogliere e riconoscere la Parola di Cristo che si fa presenza concreta nella storia degli uomini.
“Padre Pino Puglisi – nota don Corrado – non è stato un “prete anti-mafia”, ma un uomo, un cristiano, un sacerdote che ha vissuto fino in fondo il Vangelo là dove il Signore l’ha voluto. E questo ha dato fastidio alla mafia. Ecco dunque il cuore dell’eredità di Padre Pino Puglisi: è il Vangelo che ci fa essere porta, casa, ospedale, campo, oratorio per tutti, e soprattutto per coloro di cui abbiamo la responsabilità della formazione della coscienza, i bambini e i ragazzi. Non a caso don Pino ha voluto a Brancaccio il Centro Padre Nostro, affinché i ragazzi di quel quartiere non fossero più “figli di Cosa Nostra”, ma figli liberi”.
La presentazione del libro si è svolta nella Parrocchia di San Gaetano a Brancaccio, dove padre Puglisi ha lavorato prima di essere ucciso dalla mafia. All’incontro moderato da Vincenzo Ceruso sono intervenuti P. Antonio Spadaro, sj Direttore de “La Civiltà cattolica”, il quale ha affermato che “Un pastore scrive con l’anima per il suo popolo con cui si intreccia la sua vita personale. Lo stile pastorale è quello di accompagnare la sua Chiesa davanti, in mezzo e alla fine per permettere a tutti cdi camminare. È un libro ecclesiologico che parla della sua Chiesa. Don Pino sapeva che doveva essere ucciso e Dio lo ha unto con l’olio della consolazione. Il suo era il sorriso del pastore che di fronte al pericolo non fugge. In questa Italia di oggi don Pino ci aiuta a vivere da cittadini”.
Don Vito Impellizzeri, Docente presso la Facoltà teologica di Sicilia, ha definito il libro una grande meditazione della Pasqua. “Puglisi come Gesù è stato compreso soltanto alla luce della resurrezione – ha detto – infatti don Corrado offre una lettura cristocentrica su padre Puglisi”.
Valentina Casella, volontaria della Comunità Parrocchiale di San Gaetano non ha conosciuto il Beato Puglisi, ma gli è legata in maniera indissolubile. “Per noi oggi, p. Puglisi è un padre vero – ha dichiarato – perché rappresenta l’immagine di Dio come presenza reale. La sua fecondità non si è fermata il 15 settembre 1993 ma vive sempre e noi vogliamo camminare sulle orme tracciate da don Pino che sono quelle di Gesù”.