La Via Crucis dei migranti, giunta alla sua 4° edizione, si svolgerà la Domenica delle Palme, 20 Marzo, alle ore 16 con partenza dal porticciolo di Sant’Erasmo a fianco all’Istituto Padre Messina al Foro Italico ed arrivo nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Piazza Marina. I protagonisti principali saranno i migranti. Il tema conduttore sarà quello della Misericordia.
“Meditando l’ultimo tratto della vita terrena di Gesù – spiega p. Sergio Natoli – pregheremo tutti insieme, nativi e migranti, in dieci lingue differenti perché l’Amore, rivestito di misericordia, avvolga ogni persona, ogni gruppo etnico e renda tutti i credenti un solo popolo di Dio. Canteremo ed invocheremo la Vergine Maria con un cuore solo anche se le lingue ed i canti saranno diversi. Saremo una porzione del popolo di Dio che cammina, illuminato dalla stessa Parola di Gesù, dalla medesima fede. Pregheremo e chiederemo la pace per tutti quei popoli che sono costretti a fuggire dal proprio Paese. Chiederemo a Dio che le Nazioni si facciano “cirenei” di quanti cercano “una pietra dove posare il capo” e smettano di innalzare muri e fili spinati. E beati noi ogni volta che oseremo operare per la giustizia, dando la speranza a chi vive in condizioni di schiavitù, per poter far loro gustare i frutti della gioia della Pasqua”.
“Meditando l’ultimo tratto della vita terrena di Gesù – spiega p. Sergio Natoli – pregheremo tutti insieme, nativi e migranti, in dieci lingue differenti perché l’Amore, rivestito di misericordia, avvolga ogni persona, ogni gruppo etnico e renda tutti i credenti un solo popolo di Dio. Canteremo ed invocheremo la Vergine Maria con un cuore solo anche se le lingue ed i canti saranno diversi. Saremo una porzione del popolo di Dio che cammina, illuminato dalla stessa Parola di Gesù, dalla medesima fede. Pregheremo e chiederemo la pace per tutti quei popoli che sono costretti a fuggire dal proprio Paese. Chiederemo a Dio che le Nazioni si facciano “cirenei” di quanti cercano “una pietra dove posare il capo” e smettano di innalzare muri e fili spinati. E beati noi ogni volta che oseremo operare per la giustizia, dando la speranza a chi vive in condizioni di schiavitù, per poter far loro gustare i frutti della gioia della Pasqua”.