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“Presunto inchino” del simulacro della Madonna del Carmelo davanti ad un esercizio commerciale di un mafioso
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1. “Presunto inchino” del simulacro della Madonna del Carmelo davanti ad un esercizio commerciale di un mafioso
Nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium Papa Francesco fa esplicito riferimento alla forza evangelizzatrice della pietà popolare quale autentica espressione dell’azione missionaria del Popolo di Dio. Egli afferma che “nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Piuttosto, siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata. Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione.”(cfr.EG126).
A tutti è noto come la pietà popolare sia ampiamente diffusa nella pratica religiosa dei fedeli. L’Arcidiocesi di Palermo nel rinnovato impegno di evangelizzazione e promozione umana sui sentieri indicati dal Concilio Vaticano II, da diverso tempo, attraverso il Centro Diocesano delle Confraternite, è attivamente impegnata per mettere a frutto questa peculiare azione evangelizzatrice, nella quale sono anche coinvolti numerosi presbiteri parroci che si dedicano alla cura pastorale delle Confraternite laicali che insistono nei rispettivi territori parrocchiali e si prodigano a fomentare il culto pubblico e una sempre più autentica testimonianza cristiana nella società.
Al fine di assicurare questi obiettivi si è chiesto in questi ultimi anni al Centro Diocesano delle Confraternite di attualizzare Statuti e Regolamenti perché indichino con chiarezza le norme volte a garantire un autentico cammino di crescita nella fede e nella testimonianza cristiana, assicurandosi che esse abbiano, cosi come indicato nell’Esortazione Apostolica di San Giovanni Paolo II Christifideles laici, i criteri di ecclesialità: primato della vocazione del cristiano alla santità; responsabilità del credente a confessare la fede cattolica; comunione salda e convincente con il Papa e il Vescovo diocesano; partecipazione al fine apostolico della Chiesa, impegno di una presenza nella società civile.
Questo sforzo inteso a garantire il rispetto delle norme ecclesiali è stato intensificato in sintonia con il luminoso insegnamento di Papa Francesco.
La notizia riportata sul quotidiano La Repubblica lo scorso 29 luglio circa il “presunto inchino” del simulacro della Madonna del Carmelo davanti ad un esercizio commerciale di un mafioso induce a riaffermare con forza che la mafia è una realtà profondamente antievangelica, anche se talvolta mascherata di linguaggi e cerimonie a prima vista religiosi.
Tale incompatibilità è stata autorevolmente e solennemente ribadita dalla Chiesa, basta ricordare l'accorato appello di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi, l'invito di Benedetto XVI nella sua visita a Palermo, il 10 ottobre 2010, a Piazza Politeama, che esortava i giovani e le famiglie dicendo: “non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo” e i numerosi e lucidi insegnamenti di Papa Francesco che più recentemente durante la Celebrazione della Messa a Sibari, in Calabria, ha affermato: “coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati”.
Ma per la nostra Comunità diocesana è sempre fonte di ispirazione la luminosa testimonianza del Beato Pino Puglisi “coraggioso testimone della verità del Vangelo”. La sua, come quella di tanti altri presbiteri è la conseguenza logica e teologica dell’aver preso sul serio l’evangelizzazione del territorio e la promozione umana dei suoi abitanti, attraverso una azione pastorale incarnata nel vissuto concreto e quotidiano. In questa circostanza è quanto mai opportuno esprimere un particolare plauso ai presbiteri ed ai numerosi operatori pastorali che lavorano quotidianamente nei quartieri del centro storico e delle periferie della nostra Città, ben coscienti della difficoltà cui si va incontro per creare una cultura nei comportamenti della gente. Luoghi spesso degradati e privi dei più elementari servizi di aggregazione sociale e, pertanto, da considerare a rischio per quanti vi abitano; l'assenza della legalità e la carente presenza dello Stato possono indurre i più deboli e i più indifesi a lasciarsi circuire da personaggi in odor di mafia e ad assumere una “sub cultura mafiosa” con i conseguenti comportamenti privi di alcun riferimento alla legalità, al bene comune e tantomeno all’appartenenza ecclesiale. Sull'esempio del Beato Puglisi occorre vigilare costantemente e lavorare intensamente mediante una sistematica opera evangelizzatrice nella formazione delle coscienze perché anche all’interno delle realtà ecclesiali possa essere percepita l’assoluta incompatibilità tra la fede e la mafia.
In questi giorni avendo ricevuto notizie più precise dal Centro Diocesano delle Confraternite con riferimento alla citata processione si precisa quanto segue:
– Ne il signor Alessandro D’Ambrogio ne suoi familiari risultano essere membri della Confraternita Maria SS. del Carmelo, come non lo è neanche il signor Tonino Serenella.
– La processione sembra avere avuto uno svolgimento sereno, secondo quanto riferito dal superiore e dal diacono della Comunità dei Padri Carmelitani, come pure da un membro del Consiglio diocesano delle Confraternite, presenti all'evento.
– E' noto a tutti che il fercolo processionale durante il tragitto compie numerose fermate per atti devozionali da parte dei fedeli e per la consegna di eventuali offerte.
– Non sembrerebbe che vi sia stato alcun inchino, così come riportato da organi di stampa. Il simulacro della Madonna non si è inchinato, non è stato girato verso l’esercizio commerciale. Vi è stata solo una fermata per la richiesta di avvicinare un bambino al simulacro. Dal video si può costatare che si è trattato di una brevissima sosta.
Comunicato padre Leta.docx