Cattolici, musulmani, ebrei, ortodossi, evangelici, anglicani e indù insieme per una Giornata di preghiera e digiuno per la pace, l’amicizia e la fraternità tra i popoli. L’iniziativa è stata organizzata per la cena del Ramadam all’interno della Moschea di piazza Gran Cancelliere, nel condiviso e vivo desiderio di proseguire il cammino intrapreso del dialogo islamico – cristiano – ebraico per sostenere i valori della pace e dell’amicizia tra gli uomini e con la ferma volontà di condannare e rifiutare ogni progetto ed azione di violenza, di terrorismo e di guerra.
“Questo è un giorno molto importante per la comunità islamica a Palermo – dichiara l’Imam Mustafà – che viene dopo il lavoro svolto durante tutto l’anno e culmina durante il Ramadan. Noi vogliamo dimostrare con la nostra presenza che quello che è successo nel mondo non centra nulla con l’Islam e vogliamo cambiare lo sguardo sulla nostra comunità che vuole creare un paradiso per tutte le altre religioni”.
La manifestazione è iniziata con la proclamazione di due versetti del Corano, subito dopo sono intervenuti l’Imam Abderrahmane Mustafà a nome di tutti gli Imam delle comunità islamiche di Palermo, il presidente della Regione Rosario Crocetta, il direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, don Piero Magro, l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, i Consoli della Tunisia Farhat Ben Souissi e del Marocco Ahmed Sabri e il presidente della Consulta delle Culture di Palermo Adam.
“Il messaggio di questa sera è di una grande la portata – ha affermato Lorefice – perché è vero che la realtà è più grande dell’idea che ci più dividere come pure la religione, invece la realtà ci riconduce al senso vero dell’esistenza. Gli uomini infatti, siamo fatti per stare insieme e non per essere separati. L’altra realtà concreta viene da Dio stesso che non può dividere e ci mette insieme. Il nome di Dio non può essere usurpato e messo al servizio di ideologie o fondamentalismi. Sono convinto che le religioni non possono essere al servizio della disgregazione o peggio ancora della violenza e della guerra, una religione non può che essere una forza che mette insieme gli uomini. Quanto vissuto oggi è chiaro: possiamo fare un grande cammino insieme perché Palermo resta fedele alla sua vocazione di città che include e dà cittadinanza nella bellezza della diversità che non azzera, ma porta a cammini di pace e dialogo costruttivi”.
Al termine degli interventi è seguita la preghiera dentro la moschea, mentre fuori tutti i rappresentanti delle varie confessioni hanno recitato una preghiera per la pace a cui è seguita la cena.
Mons. Corrado Lorefice, per l’occasione ha anticipato che per il Festino, aprirà le porte di casa sua a tutti i cristiani, ebrei, imam islamici e altre confessioni religiose, per un incontro di gioia fraterna. “Ispirati dai nostri valori condivisi e rafforzati dai nostri sentimenti di genuina fraterna amicizia e solidarietà, siamo perciò chiamati a lavorare insieme nelle nostra comune casa che è la città di Palermo, perché essa si arricchita dall’impegno di tutti noi a favore della giustizia, del rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona. Ci sentiamo particolarmente responsabili dei più bisognosi: i poveri, i malati, gli organi, i carcerati, i migranti, le vittime della tratta umana e tutti coloro che soffrono situazioni di disagio personale e familiare. Impegnati a costruire la città degli uomini e delle donne, “dal basso”, dai “vinti” della storia, dai più fragili, dai piccoli, da chi non ha voce. Abbiamo il compito di salvaguardare insieme l’ambiente ed il decoro della città nella quale viviamo; è una responsabilità comune, come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”
“Questo è un giorno molto importante per la comunità islamica a Palermo – dichiara l’Imam Mustafà – che viene dopo il lavoro svolto durante tutto l’anno e culmina durante il Ramadan. Noi vogliamo dimostrare con la nostra presenza che quello che è successo nel mondo non centra nulla con l’Islam e vogliamo cambiare lo sguardo sulla nostra comunità che vuole creare un paradiso per tutte le altre religioni”.
La manifestazione è iniziata con la proclamazione di due versetti del Corano, subito dopo sono intervenuti l’Imam Abderrahmane Mustafà a nome di tutti gli Imam delle comunità islamiche di Palermo, il presidente della Regione Rosario Crocetta, il direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, don Piero Magro, l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice, i Consoli della Tunisia Farhat Ben Souissi e del Marocco Ahmed Sabri e il presidente della Consulta delle Culture di Palermo Adam.
“Il messaggio di questa sera è di una grande la portata – ha affermato Lorefice – perché è vero che la realtà è più grande dell’idea che ci più dividere come pure la religione, invece la realtà ci riconduce al senso vero dell’esistenza. Gli uomini infatti, siamo fatti per stare insieme e non per essere separati. L’altra realtà concreta viene da Dio stesso che non può dividere e ci mette insieme. Il nome di Dio non può essere usurpato e messo al servizio di ideologie o fondamentalismi. Sono convinto che le religioni non possono essere al servizio della disgregazione o peggio ancora della violenza e della guerra, una religione non può che essere una forza che mette insieme gli uomini. Quanto vissuto oggi è chiaro: possiamo fare un grande cammino insieme perché Palermo resta fedele alla sua vocazione di città che include e dà cittadinanza nella bellezza della diversità che non azzera, ma porta a cammini di pace e dialogo costruttivi”.
Al termine degli interventi è seguita la preghiera dentro la moschea, mentre fuori tutti i rappresentanti delle varie confessioni hanno recitato una preghiera per la pace a cui è seguita la cena.
Mons. Corrado Lorefice, per l’occasione ha anticipato che per il Festino, aprirà le porte di casa sua a tutti i cristiani, ebrei, imam islamici e altre confessioni religiose, per un incontro di gioia fraterna. “Ispirati dai nostri valori condivisi e rafforzati dai nostri sentimenti di genuina fraterna amicizia e solidarietà, siamo perciò chiamati a lavorare insieme nelle nostra comune casa che è la città di Palermo, perché essa si arricchita dall’impegno di tutti noi a favore della giustizia, del rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona. Ci sentiamo particolarmente responsabili dei più bisognosi: i poveri, i malati, gli organi, i carcerati, i migranti, le vittime della tratta umana e tutti coloro che soffrono situazioni di disagio personale e familiare. Impegnati a costruire la città degli uomini e delle donne, “dal basso”, dai “vinti” della storia, dai più fragili, dai piccoli, da chi non ha voce. Abbiamo il compito di salvaguardare insieme l’ambiente ed il decoro della città nella quale viviamo; è una responsabilità comune, come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”