“È assurdo che muoiano bambini perché gli uomini scendono in guerra. È assurdo che a Palermo ci sia chi non ha il necessario, la casa, il lavoro, il pane. Lo ha detto mons. Corrado Lorefice nel corso dell’omelia della messa di Pasqua in Cattedrale.
L’arcivescovo ha una parola per tutti. “A Pasqua nasce la Chiesa che mette nel mondo questa energia di riscatto. Tutte le volte che qualcuno soffre a causa nostra, quello è lo strapotere del peccato, dell’uomo che si innalza e pensa di imporre un suo potere sugli altri. Gesù sale al Golgota portando il peso di tutti i peccati degli uomini. Per noi oggi è chiaro che Gesù sulla croce ha preso su di sé il peccato del mondo, ma anche la sofferenza che lo causa. Non vi è dunque neppure un angolo del mondo, per quanto perduto ed empio, che Dio non abbia accolto in Cristo e riconciliato con sé.
Prima del Pontificale in Cattedrale, l’Arcivescovo era andato a trovare i detenuti dell’Ucciardone in quella che chiama “la mia cattedrale”, perché proprio qui ha celebrato la sua prima messa da Vescovo di Palermo e dove prende in consegna il loro invito al Papa.
“Una città e un mondo in cui ci sia spazio per tutti – ha detto Lorefice – in cui venga data a ciascuno la possibilità di una vita serena e dignitosa. E in cui i bambini siano esseri da proteggere, in qualsiasi casa, terra, luogo essi si trovino”.
Gli stessi che il Venerdì Santo avevano messo in scena una commovente Via Crucis all’interno delle mura della prigione e hanno consegnano a monsignor Lorefice, il loro invito a Papa Francesco. “Caro Papa Francesco – scrivono i detenuti – nel ricambiare l’ospitalità che ci hai accordato per il giubileo dei carcerati, ti invitiamo in questa casa circondariale e ti chiediamo di donarci il tuo affetto e il tuo amore”.
Al fianco di don Corrado, il cappellano del carcere Fra’ Carmelo Saia, il provinciale dei cappuccini fra Salvatore Zagona, il segretario don Salvatore Biancorosso e il diacono don Francesco Salimeni. Presenti alla messa, animata dalla Comunità dell’Amen, la direttrice Rita Barbera. “Sono venuto in mezzo a voi – ha detto il vescovo nell’omelia – per dire che Gesù è il giudice dei vivi e dei morti e che passa beneficando e risanando tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo, perché Dio è con lui. Gesù è risorto. In questi giorni ho pensato di invitare a Palermo il Santo Padre – ha rivelato don Corrado – e oggi questo appello dei fratelli detenuti, risuona come una conferma”.
L’arcivescovo ha una parola per tutti. “A Pasqua nasce la Chiesa che mette nel mondo questa energia di riscatto. Tutte le volte che qualcuno soffre a causa nostra, quello è lo strapotere del peccato, dell’uomo che si innalza e pensa di imporre un suo potere sugli altri. Gesù sale al Golgota portando il peso di tutti i peccati degli uomini. Per noi oggi è chiaro che Gesù sulla croce ha preso su di sé il peccato del mondo, ma anche la sofferenza che lo causa. Non vi è dunque neppure un angolo del mondo, per quanto perduto ed empio, che Dio non abbia accolto in Cristo e riconciliato con sé.
Prima del Pontificale in Cattedrale, l’Arcivescovo era andato a trovare i detenuti dell’Ucciardone in quella che chiama “la mia cattedrale”, perché proprio qui ha celebrato la sua prima messa da Vescovo di Palermo e dove prende in consegna il loro invito al Papa.
“Una città e un mondo in cui ci sia spazio per tutti – ha detto Lorefice – in cui venga data a ciascuno la possibilità di una vita serena e dignitosa. E in cui i bambini siano esseri da proteggere, in qualsiasi casa, terra, luogo essi si trovino”.
Gli stessi che il Venerdì Santo avevano messo in scena una commovente Via Crucis all’interno delle mura della prigione e hanno consegnano a monsignor Lorefice, il loro invito a Papa Francesco. “Caro Papa Francesco – scrivono i detenuti – nel ricambiare l’ospitalità che ci hai accordato per il giubileo dei carcerati, ti invitiamo in questa casa circondariale e ti chiediamo di donarci il tuo affetto e il tuo amore”.
Al fianco di don Corrado, il cappellano del carcere Fra’ Carmelo Saia, il provinciale dei cappuccini fra Salvatore Zagona, il segretario don Salvatore Biancorosso e il diacono don Francesco Salimeni. Presenti alla messa, animata dalla Comunità dell’Amen, la direttrice Rita Barbera. “Sono venuto in mezzo a voi – ha detto il vescovo nell’omelia – per dire che Gesù è il giudice dei vivi e dei morti e che passa beneficando e risanando tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo, perché Dio è con lui. Gesù è risorto. In questi giorni ho pensato di invitare a Palermo il Santo Padre – ha rivelato don Corrado – e oggi questo appello dei fratelli detenuti, risuona come una conferma”.