E’ stato un giorno di festa alla Casa dei giovani di contrada Incorvino, non soltanto per i 6 ragazzi ospiti della Comunità terapeutica per il recupero dei tossicodipendenti che hanno ricevuto i sacramenti della Prima Comunione e della Confermazione, ma anche per gli operatori e i tanti benefattori che hanno partecipato alla solenne liturgia. E’ stato il card. Paolo Romeo ad amministrare i sacramenti ai ragazzi che per la Confermazione ha utilizzato il sacro Crisma ricavato con l’olio che ogni anno la struttura fondata diretta da don Salvatore Lo Bue dal 1983, produce nei terreni un tempo di proprietà della mafia adesso confiscati che regala all’Arcidiocesi in occasione della Messa Crismale del giovedì santo. “La nostra comunità non è un ospedale – dichiara don Salvatore Lo Bue – ma officine dove si progetta la vita. Qui arrivano vite appese ad un filo troppo logoro, vite che si trascinano in un inferno e qui trovano dignità e senso. Vicino ai nostri operatori che lavorano non solo con la mente, ma soprattutto con il cuore, ritrovano motivo di vivere, tornano a innamorarsi della vita e diventano capaci di organizzare i desideri e le speranze. E quando la loro umanità restaurata si fa piena e ricca, si affacciano, spontaneamente ai valori della religiosità che danno senso all’esistenza di tutti gli uomini”. Francesco Paolo ha ricevuto entrambi i sacramenti della Cresima e la Prima Comunione. “Da piccolo non ho avuto la possibilità di ricevere i sacramenti – dichiara – in 22 anni di vita sono andato poche volte in chiesa, mentre adesso quando in comunità si svolgono momenti di preghiera non manco mai. Sono convinto che nella vita si può cambiare”.
I giovani agli arresti domiciliari nella struttura di contrada Incorvino, sono stati preparati da un catechista della parrocchia di Sant’Antonio che ha tenuto gli incontri di formazione. “E’ stata una esperienza davvero esaltante – dichiara Francesco Chiello – che non avevo mai provato in precedenza. I ragazzi mi aspettavano settimanalmente e si mostravano molto interessati agli argomenti che venivano affrontati durante gli incontri”. La liturgia è stata preparata a puntino dall’equipe di operatori pastorali della parrocchia del Santo Sepolcro, guidata dal liturgista don Filippo Custode che hanno fornito anche il supporto nella musica e nel canto. Nell’omelia l’Arcivescovo ha esortato i giovani che hanno ricevuto i sacramenti ad uscire dal tunnel della droga e dell’alcolismo per farsi affascinare dal Signore. “Sono orgoglioso per le tante iniziative che si svolgono nella nostra diocesi e non soltanto nella Casa dei giovani – afferma il card. Romeo – questi momenti di cui si parla poco sono bellissimi e significativi come le tante altre iniziative socio caritative che vengono organizzate a favore di tante persone che hanno bisogno di accompagnamento e di amore”.
I giovani agli arresti domiciliari nella struttura di contrada Incorvino, sono stati preparati da un catechista della parrocchia di Sant’Antonio che ha tenuto gli incontri di formazione. “E’ stata una esperienza davvero esaltante – dichiara Francesco Chiello – che non avevo mai provato in precedenza. I ragazzi mi aspettavano settimanalmente e si mostravano molto interessati agli argomenti che venivano affrontati durante gli incontri”. La liturgia è stata preparata a puntino dall’equipe di operatori pastorali della parrocchia del Santo Sepolcro, guidata dal liturgista don Filippo Custode che hanno fornito anche il supporto nella musica e nel canto. Nell’omelia l’Arcivescovo ha esortato i giovani che hanno ricevuto i sacramenti ad uscire dal tunnel della droga e dell’alcolismo per farsi affascinare dal Signore. “Sono orgoglioso per le tante iniziative che si svolgono nella nostra diocesi e non soltanto nella Casa dei giovani – afferma il card. Romeo – questi momenti di cui si parla poco sono bellissimi e significativi come le tante altre iniziative socio caritative che vengono organizzate a favore di tante persone che hanno bisogno di accompagnamento e di amore”.