“Attribuire al terrorismo il nome di Dio – ha detto l’arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice – significa tradire il nome di Dio. Dobbiamo creare la cultura dell’accoglienza. L’Europa deve tirare fuori tutto il suo orgoglio, la sua tradizione culturale non può essere sopraffatta dalla paura. L’Europa non può pensare di liberarsi di un problema costruendo muri. Dall’Europa deve arrivare un messaggio, quello di restare umani. Dobbiamo insieme far sì che cresca la cultura dell’accoglienza – ha aggiunto – e in questo i media hanno un ruolo fondamentale”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti anche il presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, il quale ha espresso a nome dell’Ordine la sua gratitudine e apprezzamento all’Arcivescovo che si spende per la comunità.
“Credo di dovere ringraziare, a nome di tutti – ha detto Arena nel suo saluto iniziale – per lo squilibrato equilibrio e per lo smisurato senso della misura, ma anche per la dirompenza rivoluzionaria e misurata dell’opera pastorale di don Corrado, lo chiamiamo ancora così, né Eminenza né Eccellenza né (ovviamente) Voscenza, perché, aldilà delle convinzioni personali, del credo religioso o laico, lo sentiamo come nostro amico, amico della verità. Il giornalismo è sempre più oggi lavoro da Santi. Quando penso ai santi della Chiesa, ai martiri, cioè testimoni, penso ai cronisti e ai giornalisti in generale, costretti ad affrontare bufere periodiche sulla cattiva informazione, sui manipolatori della verità, sui metodi Boffo che subiamo periodicamente o Foffo che qualcuno vorrebbe applicarci, ai ragazzi, sempre meno giovani e sempre eternamente precari, costretti a sorbirsi gli sproloqui di certi politicanti e le intolleranze di folle incarognite da filippiche degne di miglior causa. Tutto per 3, 4, 5 euro ad articolo, spesso solo promessi, o per stipendi – considerati una sorta di privilegio, che si assottiglia ogni giorno di più – falcidiati da solidarietà e cassa integrazione. Ma si sa, l’unico giornale buono è il giornale morto e il pensiero unico si prepara a governare il nostro Paese, apostrofando sempre più duramente questi dannati giornalisti senza Dio e senza Patria”.
Sono intervenuto altresì, il vicedirettore della Caritas diocesana, Mario Sedia che ha illustrato il continuo impegno della Caritas a Palermo nei confronti dei migranti ed ha presentato un suo collaboratore, il tunisino Anouar Sebai, il quale ha raccontato la sua esaltante esperienza di immigrato a Palermo dal 2009. Quindi è stata la volta del docente universitario Mario Affronti, esperto di medicina delle migrazioni e direttore di “Migrantes” che ha parlato della “Carta di Roma” e di Miriam Ognibene animatore di comunità del “Progetto Policoro” che ha spiegato le competenze dell’animatore di comunità. Interessanti e di grande impatto emotivo gli interventi dei giornalisti Alessandra Turrisi e Davide Camarrone che hanno raccontato le storie dei migranti raccolte sul campo. I lavori sono stati coordinati dal direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo Pino Grasso.
Al termine della giornata il presidente del Gruppo Ucsi di Palermo Michelangelo Nasca ha consegnato a don Corrado la tessera di socio “ad honorem”.