E’ stato presentato a Palermo il Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016. L’iniziativa è stata organizzata dalla Caritas diocesana, diretta da don Sergio Mattaliano, dall’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni, diretto dal prof. Mario Affronti e dall’Ufficio Ufficio per la Pastorale dei Problemi sociali, Lavoro, Giustizia e Pace diretto dal prof. Giuseppe Notarstefano e in collaborazione con il “centro stalli” di Palermo e l’Associazione “Arcobaleno dei popoli”.
A livello mondiale, nel 2015, circa 34mila persone al giorno sono state costrette a fuggire dalle loro case per l’acuirsi di conflitti e situazioni di crisi, ovvero una media di 24 persone al minuto: Si sono così contati, nel 2015, oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. Si trovano in regioni in via di sviluppo i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati a livello mondiale. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno. In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea. Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Sempre alla fine di ottobre 2016, sono arrivate in Italia 159.432 persone (+13% rispetto all’anno precedente), fra cui 19.429 minori non accompagnati (12,1%); alla stessa data in Italia 171.938 persone accolte in diverse strutture di accoglienza (CARA, CDA, CPSA, CAS, SPRAR).
Il quadro generale che ci restituisce il Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 è stato presentato a Palermo, nell’Aula Magna “V. Li Donni” del Dipartimento Scienze Economiche Aziendali Statistiche dell’Università di Palermo.
“I numeri presentati oggi – ha sottolineato il direttore dell’ Ufficio Pastorale dell’Arcidiocesi di Palermo don Carmelo Torcivia – evidenziano quanto sia sempre più urgente l’attuazione un sistema di accoglienza organizzato, sostenibile e radicato sul territorio, per rispondere in modo efficace e proporzionato alla crescita della domanda di protezione internazionale nel nostro Paese. “Bisogna – ha proseguito Torcivia – andare nella direzione del rafforzamento e dell’aumento del numero dei Comuni che aderiscono allo Sprar, l’unico sistema che garantisce una gestione pienamente trasparente delle misure di accoglienza, una diffusione delle strutture che rispetti criteri di proporzionalità con la popolazione residente, e la costruzione di percorsi di condivisione con la cittadinanza e il mondo del terzo settore qualificato, tutti elementi imprescindibili per vincere la partita dell’accoglienza. Per la Chiesa, soprattutto i minori, “vulnerabili e senza voce”, come il papa ci ha ricordato il 15 gennaio scorso in occasione della Giornata Mondiale del migrante, sono oggi la più forte provocazione a ripensare non solo il welfare e la democrazia ma anche la nostra vita ecclesiale, all’insegna della cura responsabile.
A partire dal quadro europeo e nazionale è stata presentata la situazione siciliana. Al 31 dicembre 2015 i migranti complessivamente presenti nelle varie strutture di accoglienza sono oltre 114.400 (+64% rispetto allo stesso periodo del 2014).
Nel dettaglio: nelle strutture temporanee CARA/CDA/CPSA gli immigrati accolti erano 7.394, nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) 76.683 e nei centri SPRAR oltre 30.300.
“La Sicilia – ha affermato p. Sergio Natoli – ha un ruolo importante nell’accoglienza allo sbarco ed inoltre si caratterizza rispetto al resto d’Italia per un elevato numero di migranti residenti nelle strutture temporanee (CARA/CDA/CPSA) pari al 45,8% del totale e nei centri SPRAR, 20,1%, subito dopo il Lazio con il 22,4% delle presenze”.
“La raccomandazioni del Rapporto 2016 – hanno concluso Mario Affronti, Sergio Mattaliano e Giuseppe Notarstefano – riguardano innanzitutto le problematiche presenti alle frontiere mediante un approccio orientato alla tutela dei diritti umani. Il difficile obiettivo di armonizzare le attività di controllo alle frontiere con le garanzie di protezione, deve sempre e comunque essere ispirato alla tutela dei diritti umani. Nessuna situazione di emergenza potrà mai giustificare un approccio diverso da quello orientato verso la tutela dei diritti delle persone”.
La Chiesa palermitana ha particolarmente a cuore questo pezzo di umanità sofferente, “carne di Cristo”, come ama ripetere il suo Pastore don Corrado Lorefice, volto vero ed autentico del Dio cristiano, banco di prova di ogni comunità religiosa che trova se stessa solo nel prendersi cura “dei minori perché sono tre volte indifesi: perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.
A livello mondiale, nel 2015, circa 34mila persone al giorno sono state costrette a fuggire dalle loro case per l’acuirsi di conflitti e situazioni di crisi, ovvero una media di 24 persone al minuto: Si sono così contati, nel 2015, oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. Si trovano in regioni in via di sviluppo i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati a livello mondiale. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno. In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell’Unione Europea. Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo. Sempre alla fine di ottobre 2016, sono arrivate in Italia 159.432 persone (+13% rispetto all’anno precedente), fra cui 19.429 minori non accompagnati (12,1%); alla stessa data in Italia 171.938 persone accolte in diverse strutture di accoglienza (CARA, CDA, CPSA, CAS, SPRAR).
Il quadro generale che ci restituisce il Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016 è stato presentato a Palermo, nell’Aula Magna “V. Li Donni” del Dipartimento Scienze Economiche Aziendali Statistiche dell’Università di Palermo.
“I numeri presentati oggi – ha sottolineato il direttore dell’ Ufficio Pastorale dell’Arcidiocesi di Palermo don Carmelo Torcivia – evidenziano quanto sia sempre più urgente l’attuazione un sistema di accoglienza organizzato, sostenibile e radicato sul territorio, per rispondere in modo efficace e proporzionato alla crescita della domanda di protezione internazionale nel nostro Paese. “Bisogna – ha proseguito Torcivia – andare nella direzione del rafforzamento e dell’aumento del numero dei Comuni che aderiscono allo Sprar, l’unico sistema che garantisce una gestione pienamente trasparente delle misure di accoglienza, una diffusione delle strutture che rispetti criteri di proporzionalità con la popolazione residente, e la costruzione di percorsi di condivisione con la cittadinanza e il mondo del terzo settore qualificato, tutti elementi imprescindibili per vincere la partita dell’accoglienza. Per la Chiesa, soprattutto i minori, “vulnerabili e senza voce”, come il papa ci ha ricordato il 15 gennaio scorso in occasione della Giornata Mondiale del migrante, sono oggi la più forte provocazione a ripensare non solo il welfare e la democrazia ma anche la nostra vita ecclesiale, all’insegna della cura responsabile.
A partire dal quadro europeo e nazionale è stata presentata la situazione siciliana. Al 31 dicembre 2015 i migranti complessivamente presenti nelle varie strutture di accoglienza sono oltre 114.400 (+64% rispetto allo stesso periodo del 2014).
Nel dettaglio: nelle strutture temporanee CARA/CDA/CPSA gli immigrati accolti erano 7.394, nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) 76.683 e nei centri SPRAR oltre 30.300.
“La Sicilia – ha affermato p. Sergio Natoli – ha un ruolo importante nell’accoglienza allo sbarco ed inoltre si caratterizza rispetto al resto d’Italia per un elevato numero di migranti residenti nelle strutture temporanee (CARA/CDA/CPSA) pari al 45,8% del totale e nei centri SPRAR, 20,1%, subito dopo il Lazio con il 22,4% delle presenze”.
“La raccomandazioni del Rapporto 2016 – hanno concluso Mario Affronti, Sergio Mattaliano e Giuseppe Notarstefano – riguardano innanzitutto le problematiche presenti alle frontiere mediante un approccio orientato alla tutela dei diritti umani. Il difficile obiettivo di armonizzare le attività di controllo alle frontiere con le garanzie di protezione, deve sempre e comunque essere ispirato alla tutela dei diritti umani. Nessuna situazione di emergenza potrà mai giustificare un approccio diverso da quello orientato verso la tutela dei diritti delle persone”.
La Chiesa palermitana ha particolarmente a cuore questo pezzo di umanità sofferente, “carne di Cristo”, come ama ripetere il suo Pastore don Corrado Lorefice, volto vero ed autentico del Dio cristiano, banco di prova di ogni comunità religiosa che trova se stessa solo nel prendersi cura “dei minori perché sono tre volte indifesi: perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.