“La realtà della comunicazione è di fondamentale importanza perché chi comunica dichiara di esistere e quindi chi esiste dichiara di potere relazionarsi con gli uomini, soprattutto con quelli che vivono le periferie esistenziali o digitali. Le periferie ormai complesse e molto variegate richiedono una presenza vera, costante di una rete di uomini autentici e di donne capaci di dare segni di svolta ma soprattutto dare voce a chi non ha voce”. Lo ha detto don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione “Meter”, nata per tutelare i bambini dagli abusi sessuali, intervenuto alla Libreria Paoline in occasione della 50a Giornata mondiale per le Comunicazioni sociali organizzata a Palermo dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo, diretto da Pino Grasso e dalle Paoline, in collaborazione con l’Ufficio per la Famiglia, l’Associazione Comunicazione e Cultura Paoline Onlus, Radio Spazio Noi, l’Ordine dei giornalisti, l’Assostampa, il Gus e l’Ucsi Sicilia. Ha introdotto e coordinato suor Fernanda Di Monte.
“La comunicazione sociale mostra la sensibilità della Chiesa che ci invita ad abitare i luoghi e quindi a informare attraverso la nostra presenza ciò che è lontano dalla informazione e dalla formazione – ha aggiunto don Di Noto – pertanto il problema della pedofilia e della pedo-pornografia online certamente è uno dei problemi più delicati e inquietanti dove c’è un mondo spesso assente, un silenzio assordante che non permette affatto di dare ragione a chi subisce abusi e di conseguenza l’informazione può diventare anestetizzante e non proponente per un reale cambiamento”.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti Lia e Giuseppe Re, condirettori dell’Ufficio Pastorale per la Famiglia i quali hanno riportato la loro esperienza personale circa l’educazione dei loro figli e il presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia Riccardo Arena che ha rimarcato l’importanza di porre al centro della comunicazione la famiglia normale, piuttosto che cercare i sensazionalismi della cronaca.
“In un momento in cui la nostra attenzione è spesso rivolta alla natura polarizzata e giudicante di molti commenti sui social network – ha affermato Pino Grasso – il tema della comunicazione e della misericordia vuole concentrarsi sul potere delle parole e dei gesti per superare le incomprensioni, per guarire le memorie, per costruire la pace e l’armonia. Lo stesso Santo Padre, il grande comunicatore della Misericordia di Dio con le sue parole, ma soprattutto con i suoi gesti, con un linguaggio semplice, accessibile a tutti, originale in alcuni suoi tratti anche attraverso alcuni neologismi come “lasciarsi misericordiare” o “periferie esistenziali” va diritto al cuore, intercettando intelletto e sentimenti e provocando un profondo rinnovamento della Chiesa che a livello locale sta cercando di attuare anche il nostro Arcivescovo”.
“La comunicazione sociale mostra la sensibilità della Chiesa che ci invita ad abitare i luoghi e quindi a informare attraverso la nostra presenza ciò che è lontano dalla informazione e dalla formazione – ha aggiunto don Di Noto – pertanto il problema della pedofilia e della pedo-pornografia online certamente è uno dei problemi più delicati e inquietanti dove c’è un mondo spesso assente, un silenzio assordante che non permette affatto di dare ragione a chi subisce abusi e di conseguenza l’informazione può diventare anestetizzante e non proponente per un reale cambiamento”.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti Lia e Giuseppe Re, condirettori dell’Ufficio Pastorale per la Famiglia i quali hanno riportato la loro esperienza personale circa l’educazione dei loro figli e il presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia Riccardo Arena che ha rimarcato l’importanza di porre al centro della comunicazione la famiglia normale, piuttosto che cercare i sensazionalismi della cronaca.
“In un momento in cui la nostra attenzione è spesso rivolta alla natura polarizzata e giudicante di molti commenti sui social network – ha affermato Pino Grasso – il tema della comunicazione e della misericordia vuole concentrarsi sul potere delle parole e dei gesti per superare le incomprensioni, per guarire le memorie, per costruire la pace e l’armonia. Lo stesso Santo Padre, il grande comunicatore della Misericordia di Dio con le sue parole, ma soprattutto con i suoi gesti, con un linguaggio semplice, accessibile a tutti, originale in alcuni suoi tratti anche attraverso alcuni neologismi come “lasciarsi misericordiare” o “periferie esistenziali” va diritto al cuore, intercettando intelletto e sentimenti e provocando un profondo rinnovamento della Chiesa che a livello locale sta cercando di attuare anche il nostro Arcivescovo”.