A distanza di pochi giorni, quando ha consacrato il nuovo altare della chiesa di San Nicolò di Bari, l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice è tornato nel quartiere Albergheria dove ha preso parte alla presentazione del progetto dell’Ordine degli Psicologi rivolto alle famiglie disagiate che prevede Laboratori teatrali, musicali e artistici, oltre ad attività di educazione socio-affettiva.
Il progetto favorito dal parroco don Francesco Furnari, riguarda 25 bambini che frequentano il doposcuola della parrocchia di San Nicolò per coinvolgerli in una nuova grande sfida per il quartiere si chiama “Cu si?” e parla la lingua degli abitanti del mercato di Ballarò.
“E’ un progetto al quale lavoriamo da oltre un anno – spiega padre Furnari, che è stato docente di Psicologia all’Istituto San Paolo di Catania – quando sono arrivato qui, ho trovato il deserto e la sensazione di solitudine è stata fortissima. Con suor Valeria abbiamo bussato casa per casa per coinvolgere i bambini nelle attività dell’oratorio e della parrocchia ma abbiamo sentito la necessità ci chiedere aiuto per mettere in rete tutte queste esperienze coinvolgendo anche i volontari e le associazioni che ci aiutano quotidianamente”.
A collaborare 15 psicologi con il compito di intercettare il disagio sociale, accogliere chi vive ai margini e farli sentire parte di una comunità, creando una connessione emotiva tra chi all’Albergheria ci vive ma anche facendo emergere le risorse nascoste in ognuno di loro.
Le attività sono rivolte sia ai bambini, sia agli adulti. Per le famiglie sarà a disposizione un centro d’ascolto e sono previste attività di cineforum, scambi interculturali e feste multietniche.
“All’Albergheria ci sono tante risorse – ha affermato don Corrado -. Il nostro compito e far venir fuori il potenziale che c’è in ogni persona e questo progetto va in questa direzione”.
Il progetto favorito dal parroco don Francesco Furnari, riguarda 25 bambini che frequentano il doposcuola della parrocchia di San Nicolò per coinvolgerli in una nuova grande sfida per il quartiere si chiama “Cu si?” e parla la lingua degli abitanti del mercato di Ballarò.
“E’ un progetto al quale lavoriamo da oltre un anno – spiega padre Furnari, che è stato docente di Psicologia all’Istituto San Paolo di Catania – quando sono arrivato qui, ho trovato il deserto e la sensazione di solitudine è stata fortissima. Con suor Valeria abbiamo bussato casa per casa per coinvolgere i bambini nelle attività dell’oratorio e della parrocchia ma abbiamo sentito la necessità ci chiedere aiuto per mettere in rete tutte queste esperienze coinvolgendo anche i volontari e le associazioni che ci aiutano quotidianamente”.
A collaborare 15 psicologi con il compito di intercettare il disagio sociale, accogliere chi vive ai margini e farli sentire parte di una comunità, creando una connessione emotiva tra chi all’Albergheria ci vive ma anche facendo emergere le risorse nascoste in ognuno di loro.
Le attività sono rivolte sia ai bambini, sia agli adulti. Per le famiglie sarà a disposizione un centro d’ascolto e sono previste attività di cineforum, scambi interculturali e feste multietniche.
“All’Albergheria ci sono tante risorse – ha affermato don Corrado -. Il nostro compito e far venir fuori il potenziale che c’è in ogni persona e questo progetto va in questa direzione”.