“Tutti viviamo l’ansia e le difficolta legate alle vicende di questi giorni. È logico ed umano che ognuno di noi sia preoccupato per la propria salute e per quella dei suoi familiari. Tuttavia la nostra scelta di lavoro ci caratterizza come persone che portano speranza a coloro che sono disperati, persone che parlano di futuro a quelli che sono nauseati e atterriti dalla vita; siamo persone abituate a camminare accanto ed a braccio di quanti si trascinano nell’inferno freddo dell’afasia dei sentimenti. Siamo abituati a vivere accanto a chi è ossessionato dalla morte”.
Lo scrive il direttore della Casa dei giovani, don Salvatore Lo Bue alla quarantina di operatori che si impegnano giornalmente nel progetto Maddalena contro la tratta, i centri di Bagheria, Mazara e Matera e le attività dell’unità di strada di Palermo e Trapani dove c’è pure un centro ascolto. Sono stati però interrotti i colloqui in tutte le carceri siciliane e sono sospesi anche i nuovi ingressi nelle comunità come pure visite dei parenti con i giovani residenti in comunità.
“La nostra storia, il nostro lungo e faticoso cammino ci ha resi forti – prosegue il direttore – ed è proprio questa forza che oggi noi siamo chiamati a testimoniare. Dobbiamo, come e più di prima, trasmettere serenità e fiducia, con la ragione e con il calore dei sentimenti che ci animano. La coscienza di spenderci per gli altri ci farà più ricchi. Vi sono riconoscente per la vostra dedizione e per il vostro senso di responsabilità. Vi ringrazio anche a nome della Chiesa che ci ispira e ci accompagna e vi abbraccio con affetto”.