Il Movimento “La valigia di cartone” al fianco dei giovani

IN QUESTO NUMERO

 

IN PRIMO PIANO

  • Il Movimento “La valigia di cartone” al fianco dei giovani

 NOTIZIE DIOCESIPA

  • Le Parrocchie allo stadio “Barbera” a sostenere la squadra rosanero
  • Veglia missionaria nella Parrocchia Maria Santissima delle grazie Roccella
  • Nominato il Cappellano del Cimitero dei Rotoli
  • Al Don Orione la Festa del ciao unitaria

 NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI

  • Mostra sulla vita di Santa Gianna Beretta Molla
  • Presentazione progetto “Scarta il tuo futuro”
  • Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro
  • I Forum di Poliedro: “Restare per cambiare”

 AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

  • Visita ai tetti e al tesoro della Cattedrale
  • Convocazione della Consulta Diocesana Pastorale Salute
  • Sul Tgweb si parla del Movimento delle valigie

 I CHIAROSCURI di Giuseppe Savagnone

  • La droga, i desti e i dormienti

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IN PRIMO PIANO

1. Il Movimento “La valigia di cartone” al fianco dei giovvani

Oltre un migliaio di persone hanno preso parte alla manifestazione organizza dal Movimento “La valigia di cartone”, fondato da don Antonio Garau, della Parrocchia di San Paolo Apostolo e dell’associazione “Giovani 2017 – 3/P” per scongiurare l’esodo di tanti giovani dalla nostra terra e tra questi anche i genitori a sostenere la protesta dei figli. Promuovere l’occupazione giovanile evitando la fuga massiccia del capitale umano all’estero, ripopolare i territori, evitare la rassegnazione di chi parte e la disperazione delle loro famiglie, sono gli obiettivi degli organizzatori della manifestazione pubblica, svoltasi venerdì mattina per sensibilizzare le forze politiche e sociali perché possano ritrovare il collante che metta al centro dell’agenda politica, l’occupazione giovanile nel territorio.

“Continuando questo andazzo, la nostra Sicilia prima o poi rimarrà una terra deserta – afferma don Antonio Garau – e non lo dobbiamo permettere. I giovani non hanno più chi si occupa del loro futuro che deve passare in primo luogo dalla loro terra. La lotta alla mafia si fa promuovendo il lavoro per i nostri giovani, chiediamo pertanto che tutte le forze politiche si uniscano per sviluppare dei progetti credibili. La Chiesa ha il compito importante di illuminare le coscienze nel suo ruolo di guida ma anche quello di essere oggi una autentica forza sociale, voce di chi deve ritrovare la speranza”.

Alla manifestazione erano pure presenti l’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice e di Monreale mons. Michele Pennisi, oltre a tanti giovani e genitori che hanno chiesto alle istituzioni garanzie sul futuro. Il corteo che è partito da piazza Verdi ha raggiunto la Presidenza della Regione e l’Università.

”Questa manifestazione è un segno forte di sensibilizzazione al tema che vogliamo portare alla coscienza di tutti – dichiara l’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice – l’obiettivo è di favorire, con un impegno corale, i cammini costruttivi di chi vuole pensare e progettare per mettere a frutto le grandi potenzialità che ci sono in Sicilia. La nostra terra è molto ricca di risorse naturali ma anche culturali e artistiche che vanno valorizzate in una prospettiva lavorativa. Bisogna chiamare allora tutti ad un atto di responsabilità perché le diverse intelligenze possano ritrovarsi, ognuno con le sue competenze, per creare progettualità”.

Per questo il Movimento delle valigie chiede l’interlocuzione dei rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della politica per invertire il trend, chiedendo condizioni migliori affinché si possa dare l’opportunità di restare.

“La Chiesa vuole condividere le angosce, le paure, la mancanza di futuro che è molto presente in Sicilia soprattutto nei nostri giovani – aggiunge l’Arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi – da troppo tempo assistiamo ad una processo di abbandono dei giovani dall’Isola soprattutto delle zone interne. Senza giovani la Sicilia non ha futuro”. Lo scorso anno, secondo i dati dell’Anagrafe del Comune di Palermo, sono stati quasi 12.000 i giovani che si sono trasferiti fuori regione, l’11,5 per cento all’estero, il 35,1 per cento in un’altra regione italiana. Il tasso di disoccupazione fra i giovani nel 2018 ha superato il 45 per cento (tra i 18 e i 29 anni) e il 33,3 (fra i 25 e i 34 anni) e molto sono i laureati.

 

NOTIZIE DIOCESIPA

1. Le Parrocchie allo stadio “Barbera” a sostenere la squadra rosanero

Fedeli segnalati dai Parroci delle rispettive Parrocchie assisteranno gratuitamente alle partite casalinghe del Palermo allo stadio “Renzo Barbera” nel corso della stagione agonistica 2019/2020. Lo prevede un progetto illustrato stamani, dal presidente del Palermo calcio, Dario Mirri nel salone “Card. Luigi Lavitrano” della Curia Arcivescovile nel corso di un incontro promosso dal delegato, mons. Raffaele Mangano e dal direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, il diacono Pino Grasso. All’incontro hanno partecipato il vicario generale, mons. Giuseppe Oliveri, il direttore dell’Ufficio Insegnanti di Religione Cattolica, don Ninni Zito, il presidente della sezione di Palermo del Centro sportivo italiano, Maurizio Polizzi e numerosi parroci che seguono da anni le vicende della maggiore squadra cittadina.

“Il Palermo calcio non è solo un progetto sportivo ed imprenditoriale ma è soprattutto un progetto sociale ed etico per la nostra città – ha dichiarato il presidente Mirri – difatti nessuno può impedire ai nostri ragazzi di sognare e di appartenere alla propria terra. Ecco perchè il Palermo si basa su fondamenta quali trasparenza, orgoglio, autostima e autodeterminazione. Le parrocchie sono un esempio concreto e quotidiano di come si sviluppa una comunità in maniera spontanea, accanto a un sentimento condiviso e sulla base di valori positivi. In questo senso, con le dovute differenze, vogliamo fare in modo che la “fede” calcistica per la nostra squadra cresca secondo gli stessi ideali di fratellanza e condivisione”.

A fare da “train-d’union” tra la Curia e il Palermo calcio, mons. Raffaele Mangano il quale ha raccontato la sua passione per la squadra rosanero che risale agli anni Settanta. “Tifo da quando ero poco più di un ragazzo per i colori rosanero – ha dichiarato – in tanti anni ho vissuto i momenti belli e meno belli della storia della società di viale del Fante. Debbo riconoscere che quando il Palermo è stato promosso in serie A, dopo 32 anni ho pianto di gioia. Qualche domenica fa quando sono venuto allo stadio con l’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, è stato bello vedere 20.000 persone sugli spalti ad assistere ad una gara di serie D. Sono certo che insieme al Palermo calcio, attraverso lo sport possiamo fare una proposta diversa della Fede per creare il senso dell’appartenenza e veicolare i valori dello sport, dell’amicizia e dello stare insieme”.

Don Ninni Zito si è dichiarato il più anziano dei presbiteri tifosi e vanta anche una carriera arbitrale quando era giovane. “La prima volta che mi sono recato allo stadio è stato nel 1964 quando ha esordito con la maglia del Palermo Tanino Troia. Sono abbonato da tanti anni e continuerò a seguire le vicende della squadra rosanero. Anche grazie a questo progetto desidero coinvolgere le scuole tramite i nostri insegnanti di Religione”.

Mons. Oliveri pur non essendo un tifoso sfegatato plaude all’iniziativa. “Rimango ammirato e contagiato da tanto entusiasmo – ha detto – e ritengo questa idea di collaborazione tra la Curia e il Palermo calcio importante per il coinvolgimento del territorio in ordine allo sport e come veicolo di legalità e correttezza interpersonale al fine di stimolare chi può migliorare le strutture della città”.

L’accordo prevede che ad ogni partita casalinga della squadra rosanero, 25 fedeli ciascuno di due Parrocchie dell’Arcidiocesi di Palermo, segnalati preventivamente dai parroci, possano essere ospiti del Palermo calcio. I parroci una settimana prima della gara casalinga del Palermo, dovranno inviare all’Ufficio stampa dell’Arcidiocesi, una lista di 25 persone che avranno accesso dello stadio “Renzo Barbera”.

Alla prossima partita che il Palermo disputerà in casa contro il Corigliano, il prossimo 3 novembre 2019, saranno presenti i fedeli delle Parrocchie di Sant’Antonino a Termini Imerese, guidata da don Valerio De Gaetani e della parrocchia Sant’Antonino all’Arenella, guidata da don Francesco Di Pasquale.

2. Veglia missionaria nella Parrocchia Maria Santissima delle grazie Roccella

“Battezzati e inviati” è il tema della veglia missionaria che si svolgerà sabato 26 ottobre 2019, alle ore 21 nella Parrocchia Maria SS delle grazie – Roccella di corso dei Mille, 1085/b, guidata da don Ugo Di Marzo. La Veglia di preghiera sarà presieduta dall’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice.

 3. Nominato il Cappellano del Cimitero dei Rotoli

L’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, con decreto del  2 ottobre 2019, ha nominato don Salvatore Pistorio, Cappellano del Cimitero dei Rotoli e Rettore della Chiesa Anime Sante annessa allo stesso cimitero. Inoltre sono stati nominati nuovi parroci, vicari e amministratori parrocchiali.

Qui di seguito le nuove nomine e la data del provvedimento:

A decorrere a decorrere dal 1 ottobre 2019 Fra Renzo Iacono, ofm, Parroco della Parrocchia S. Maria di Gesù in Palermo; Fra Salvatore Massimo Ferro, ofm, Rettore della Chiesa S. Maria degli Angeli – La Gancia in Palermo; Fra Nicola Lippo, ofm, Rettore della Chiesa Nostro Signore Gesù Cristo in Palermo – Via Terra Santa; Fra Fernando Trupia, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova in Bagheria; Fra Giuseppe Bennici, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova in Palermo – corso Tukory; Fra Michele D’Agati, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova in Palermo – corso Tukory; Fra Lorenzo Ficano, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova in Bagheria; Fra Rosario Loreto, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Palermo – via Noce; Fra Domenico Castiglione, ofm, Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Francesco d’Assisi in Palermo e dal 18 ottobre 2019 don Liborio Scordato nominato Vicario Parrocchiale della Parrocchia Maria SS. Addolorata in Aspra.

 4. Al Don Orione la Festa del ciao unitaria

Domenica 27 ottobre 2019, presso la Parrocchia Madonna della Provvidenza -Don Orione in via Ammiraglio Rizzo a Palermo, si svolgerà la Festa del ciao unitaria dell’Azione Cattolica.

Programma:

ore 9 – Accoglienza;

ore 9.30 – Preghiera e saluti;

ore 10 – Attività per articolazione e settori;

ore 12 – In festa con l’Arcivescovo;

ore 13 – Celebrazione Eucaristica;

ore 14 – Pranzo;

ore 15 – “Bello è l’ACR vieni anche tu a far festa con noi”

ore 16.30 – Preghiera finale e conclusione.

 

NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI

1. Mostra sulla vita di Santa Gianna Beretta Molla

Il Centro di aiuto alla vita di Bagheria ed il Centro di Apostolato “Amici di Santa Gianna Beretta Molla” della Sicilia organizzano una mostra sulla vita di Santa Gianna che si svolgerà sabato 26 ottobre dalle ore 16 alle 20 e domenica 27 ottobre dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 21 presso il locali di palazzo Butera a Bagheria. Previsto anche un concerto “Con il Dio della vita” del coro Sancte Joseph, diretto dal maestro Mauro Visconti che si svolgerà domenica 27 ottobre 2019 alle ore 19.30 nella sala Borremans di palazzo Butera.

 2. Presentazione progetto “Scarta il tuo futuro”

Sabato 26 ottobre 2019, presso la Parrocchia di Sant’Antonino da Padova alla Stazione, si presenta il progetto “Scarta il tuo futuro” verso The economy of Francesco. L’incontro a cura di Giulia Gioeli, avrà luogo alle ore 10, nel salone parrocchiale “B. D’Ucria”. Intervengono fra Gaetano Morreale, parroco di Sant’Antonio da Padova, Fra Francesco Zecca, responsabile nazionale del settore GPIC frati minori e Gabriele Grizzaffi, Ceo Willpaid e Marco Vella, referente per Lisca bianca di scalo 5/b. Modera Mario Messina.

“Papa Francesco ha lanciato una sfida – spiega fra Gaetano Morreale – a tutti quelli che credono nel cambiamento e pensano che ogni uomo sia una risorsa per l’Altro. È arrivato il momento di confrontarci e iniziare a fare rete per concepire una nuova visione della realtà. Non importa quale sia il tuo credo, basta avere la voglia e il desiderio di mettersi in gioco e scommettere su un progetto ambizioso”.

L’iniziativa è organizzata dalla parrocchia di Sant’Antonino da Padov,  Giustizia e pace, integrità del creato dei frati minori d’Italia, Progetto Policoro, Cappellania Universitaria e Lumsa.

 3. Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro

L’ultima domenica di ottobre la Chiesa celebra la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro. Per l’occasione, la parrocchia di San Carlo e il gruppo di Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica di Termini Imerese invitano tutti gli educatori a vario titolo (genitori, nonni, zii, insegnanti, catechisti, animatori di gruppi, allenatori sportivi, persone impegnate in attività sociali, politiche, culturali) a partecipare alla Santa Messa di sabato 26 ottobre 2019, alle ore 18.45, presso la Chiesa di San Girolamo, detta dei Cappuccini a Termini Imerese.

Alla protezione di Gesù Maestro ed Educatore verrà affidato il servizio educativo svolto da adulti e giovani, insieme all’iniziativa di papa Francesco di promuovere un Patto Educativo Globale per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e di ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna.

 4. I Forum di Poliedro: “Restare per cambiare”

“Giovani: ambiente, fede e politica” è il tema che sarà affrontato mercoledì 30 ottobre 2019, alle ore 15.30 presso l’Aula Magna del liceo Umberto I in via Filippo Parlatore a Palermo per i Forum di Poliedro. Interverranno Ludovica Di Prima, studentessa del liceo Umberto I, don Antonio Garau, Movimento della valigie di cartone, mons Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo. Modera Carmelo Torcivia direttore della rivista Poliedro.

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

1. Visita ai tetti e al tesoro della Cattedrale

Sabato 26 ottobre 2019, visita serale della Cattedrale di Palermo, dalle 20.30 alle 24 (ultimo ingresso 23.30). Vi aspettiamo per visitare i tetti, il tesoro, col nuovo percorso espositivo inaugurato lo scorso 13 maggio, la cripta, le tombe reali, gli absidi, ed i sotterranei.

I biglietti si potranno acquistare il giorno stesso della visita in Cattedrale. (€ 5 tetti – € 10 Tetti, tombe reali, cripta, tesoro e sotterranei).

Tutti coloro che avranno acquistato i biglietti entro le 23.30 completeranno regolarmente la visita.

La visita dei tetti, permette non solo di scoprire gli elementi artistici architettonici delle pareti esterne della Cattedrale, ma anche di ammirare dall’alto la Città con le sue ricchezze paesaggistiche e monumentali.

Per il tour non è prevista prenotazione. La visita non è consentita ai cardiopatici, a chi soffre di claustrofobia, vertigini, disabilità psicofisica ed attacchi di ansia. Si consigliano inoltre scarpe comode. Per la visita dei tetti i minorenni dovranno essere accompagnati. In caso di cattive condizioni meteorologiche, la visita verrà rinviata.

Per ulteriori informazioni sull’Area Monumentale visitate la pagina dedicata del sito ufficiale della Cattedrale: http://bit.ly/2HnAWQa

Seguiteci anche su: https://twitter.com/CattedralePa

https://www.instagram.com/palermo_cathedral_official/

https://telegram.me/cattedraledipalermo

2. Convocazione della Consulta Diocesana Pastorale Salute

Mercoledì 30 ottobre 2019, alle ore 17, nella sala Lavitrano del palazzo Arcivescovile, si svolgerà un incontro della Consulta Diocesana Pastorale Salute.

Dopo il saluto del nuovo direttore dr. Angelo Vecchio e i ringraziamenti al direttore uscente, dott.ssa Paola Geraci, si discuterà dell’organizzazione degli incontri programmati, il 16 novembre 2019, incontro di formazione su “La persona sofferente nel corpo, nella psiche, nello spirito. Percorsi di diagnosi e cura” presso la Parrocchia Mater Ecclesiae”, l’11 febbraio la Giornata mondiale del malato e a maggio 2020 “Umanizzazione delle cure nei Dipartimenti di emergenza e la presentazione dei cappellani e delle cappellanie ospedaliere.

“La pastorale della salute dovrà essere sempre più capace di farsi carico delle fragilità – spiega il Direttore dell’Ufficio Diocesano Pastorale Salute, Angelo Vecchio – per una comunità cristiana solidale e sanante occorre attivare nella nostra Chiesa le migliori risorse, per costruire una rete di vicinanza, accoglienza e sostegno alle persone sofferenti nel corpo, nella psiche, nello spirito”.

3. Sul Tgweb si parla del Movimento delle valigie

Scende in campo il Movimento delle valigie fondato da don Antonio Garau per fermare la fuga dei giovani, conferito il mandato ai catechisti che svolgeranno il servizio nel corso dell’anno pastorale 2019/2020 e la Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” si propone come centro propulsore di cultura. Sono alcuni dei servizi che questa settimana, propone il Tgweb dell’Arcidiocesi di Palermo, il magazine, ideato e realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, con la collaborazione dei Servizi informatici che viene postato il sabato sul sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi e sul sito dell’Arcidiocesi.

Info: https://youtu.be/Iji3OCz_lss

 

I CHIAROSCURI di Giuseppe Savagnone

1. La droga, i desti e i dormienti

Due fatti di cronaca

Due recentissimi episodi di cronaca ci costringono a riportare l’attenzione sul fenomeno, ormai quasi rimosso dai mass media e dall’opinione pubblica, della diffusione della droga fra i giovani.

Vicino Livorno una ragazza di 19 anni è morta in discoteca dopo aver ingerito delle pasticche, sembra di Ecstasy, insieme ad alcool.

Nei pressi di Palermo due ragazzi, uno di 16, uno di 17 anni, sono morti perché l’auto su cui tornavano dalla discoteca, guidata da un ventenne risultato poi positivo ai test su alcool e droga, è uscita di strada.

 

Un fenomeno rimosso

Non si tratta di incidenti casuali. Il costante aumento del consumo di droga tra i giovani è segnalato da tutte le statistiche.

Gli esperti segnalano che ormai diventa sempre più frequente il passare con leggerezza da una droga all’altra, o l’assumere sostanze senza nemmeno sapere di che si tratta, solo perché l’ha appena assunta il tuo vicino.

Anche per l’enorme varietà di prodotti in circolazione, dalla cannabis allo SPICE alle anfetamine alla cocaina (con un ritorno perfino della “vecchia” eroina). Senza parlare di quelle droghe “legali” che sono l’alcool e il fumo, di cui spesso si sottovaluta la gravità.

 

La fragilità delle nuove generazioni

Questi dati ci avvertono che – malgrado l’immagine rassicurante di Greta e dei milioni di ragazzi e ragazze che, sul suo esempio, hanno dato in questi giorni una lezione di responsabilità agli adulti sui problemi del clima – cresce la fragilità di fondo delle nuove generazioni sul piano esistenziale e, con essa, l’enorme responsabilità che abbiamo verso di loro anche sotto questo profilo.

Perché, al di là della desertificazione ambientale, su cui la recente protesta studentesca ha incentrato la sua vibrante accusa, la nostra società ne ha determinato un’altra, forse ancora più devastante – anche se i giovani la subiscono a un livello troppo profondo dentro di loro per riuscire a metterla a fuoco, pur soffrendola dolorosamente sulla propria pelle –, ed è quella che riguarda il senso da dare alla propria vita.

 

Il “senso” perduto

Le generazioni passate, nel complesso, erano riuscite nell’impegno di trasmettere ai propri figli qualcosa – giusto o sbagliato che fosse – in cui credere.

Si trattasse della fede religiosa, o dei princìpi della morale borghese, o della patria, o della rivoluzione proletaria, si cresceva all’interno di una visione complessiva della realtà che consentiva, anzi richiedeva, l’orientamento della persona verso uno scopo oggettivo, in grado di dare senso – nella duplice accezione di “significato” e di “direzione” – alla sua esistenza.

Ancora le lettere scritte in carcere dai giovani partigiani in procinto di essere giustiziati dai nazisti, testimoniano la loro convinzione di non aver sacrificato invano la propria vita.

 

Valori autoreferenziali

Oggi sarebbe difficile trovare qualcuno disposto a morire per qualcosa di più grande di lui. E chi non ha niente per cui morire è difficile che abbia qualcosa per cui vivere.

 

Sì, nella nostra cultura ci sono dei valori, ma a guardare attentamente si scopre che sono per lo più caratterizzati da una sostanziale autoreferenzialità: la libertà, ma intesa solo come mancanza di impedimenti esterni, che spinge a rifiutare la responsabilità dei legami; l’autenticità, che consiste nell’essere fedeli ai propri stati d’animo, indipendentemente dagli effetti che le nostre azioni possono avere sugli altri; l’autorealizzazione, che spesso rischia di far perdere di vista che un lavoro non si fa innanzi tutto per realizzarsi, ma per rendere un servizio alla società, e di cui l’autorealizzazione è solo una conseguenza, non il fine.

 

Il rischio del narcisismo

È quella che Umberto Galimberti chiama «cultura del narcisismo», associandola al nichilismo sempre più dilagante.

«La cultura del narcisismo (…) si compone con la cultura del relativismo, per cui ciascuno, chiamato alla propria autorealizzazione, deve decidere da sé in che cosa questa consista, senza che nessuno debba o possa interferire in questa auto-determinazione (…). Ma sbarrare la porta alle richieste provenienti dall’esterno dell’Io, accantonare la storia, la natura, la società e ogni altro riferimento che non sia ciò che l’Io trova in se stesso, significa sopprimere le condizioni per cui qualcosa è più o meno rilevante e, nell’impossibilità di questa valutazione, sopprimere anche le condizioni per l’esercizio della propria libertà ».

Non per nulla i giovani, sensibilissimi quando si tratta di battaglie a livello planetario, come quello del clima, sono invece estremamente restii a interessarsi di politica, non leggono i giornali, disertano le assemblee studentesche.

 

La droga come surrogato di una qualsiasi fede

E allora si capisce meglio perché la droga. Naturalmente le ragioni immediate del ricorso ad essa possono essere le più varie: la pressione o anche semplicemente l’esempio del gruppo; solitudine; incomprensioni in famiglia; delusioni affettive; ansia da prestazione; o anche semplicemente curiosità.

Ma sempre, in ultima istanza, la droga ha la funzione di dare quella forza per vivere che un tempo veniva da una fede, fondata o infondata che fosse.

In altri termini, a dei giovani a cui non è rimasto molto in cui credere oltre se stessi, la droga consente di affrontare una vita sempre più frenetica e competitiva malgrado la loro fragilità.

Da qui il ricorso alle pasticche, nelle estenuanti nottate in discoteca, per reggere alla fatica del divertimento; oppure durante la preparazione a un esame, per far fronte allo stress; oppure prima di fare sesso, per sopperire al diffuso indebolimento della carica erotica e della potenza sessuale.

 

Lo “sballo”

Accanto a questa funzione “adiuvante”, la droga ne ha anche una di “stordimento”.

Quello che si cerca, sotto questo profilo, è lo “sballo” per se stesso, la perdita di coscienza, l’ebbrezza di una liberazione da ogni peso e da ogni limite. Ancora una volta, la momentanea rivincita sul vuoto di una vita priva di veri contenuti e di scopi, e in cui l’esperienza estatica dell’incontro col vero, col bello, col bene, viene surrogata con quella dell’ecstasy o di altre sostanze simili.

Sullo sfondo, la famosa canzone di Vasco Rossi. «Voglio una vita maleducata Di quelle fatte così voglio una vita che se ne frega che se ne frega di tutto sì. Voglio una vita spericolata voglio una vita come quelle dei film. Voglio una vita esagerata la voglio piena di guai. E poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar..».

 

La droga fa male

La pena che i ragazzi affascinati da questa illusione di pienezza vitale siano in realtà condannati a un impoverimento umano da tutti punti di vista. Perché la droga – qualunque droga – fa male.

C’è chi sottolinea i danni che queste sostanze – ma ripeto, non bisogna dimenticare l’alcool e le comuni sigarette – arrecano alla salute fisica e mentale. Alcune soprattutto, in una stagione della vita il cervello si modella e assume la struttura adulta, possono avere effetti deleteri sulle capacità cognitive, sulla memoria, sulla capacità di concentrazione.

 

Per non parlare del condizionamento che deriva dall’assuefazione e del pericolo mortale derivante dalla possibilità di overdose. È riferendosi a tutto ciò, probabilmente, che Jim Morrison, il leader del famoso gruppo musicale “The Doors”, notava: «Comprare droghe è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la propria vita».

 

I desti e i dormienti

Senza minimamente sottovalutare questi aspetti, vorrei soprattutto sottolineare, però, che di tutto i nostri giovani hanno bisogno, tranne che di qualcosa che li aiuti a stordirsi.

Già i ritmi di vita imposti dalla società e l’uso indiscriminato delle nuove tecniche di comunicazione – computer, tablet, smartphone –, tendono a distoglierci dalla riflessione e da una comunicazione degna di questo nome, fondata cioè sulla reale capacità di capirsi a vicenda e di confrontarsi in profondità.

Un antico pensatore, Eraclito, distingueva gli uomini in «desti» e «dormienti». Il problema è terribilmente attuale. La vita odierna ci anestetizza e ci rende sonnambuli.

Già per gli adulti questo è un dramma e la loro testimonianza non può certo essere di aiuto alle nuove generazioni. Ma esse sono ancora più indifese, perché non hanno neppure – come invece i loro genitori –, la remota memoria dell’esperienza di un mondo diverso, dove si parlava a tavola la sera, dove si pensava che la verità differisse dalla menzogna, e ancora, in politica, si discuteva di idee, senza ridurre il confronto a uno scambio di insulti.

 

Abbiamo bisogno che i giovani restino svegli

Abbiamo bisogno di giovani che siano lucidi, per sconfiggere le malattie dell’anima che noi adulti abbiamo sviluppato e che stiamo trasmettendo loro. Il diffondersi della droga, in cui essi credono di vedere una coraggiosa trasgressione, in realtà li indebolisce e segna la loro resa all’esistente.

Il potere è grato di avere cittadini “fatti” e mezzo addormentati a cui continuare a imporre la falsa democrazia di cui siamo ostaggio. La nostra società ha bisogno di una profonda trasformazione che solo dai giovani può venire. Per questo soprattutto dobbiamo chiedere loro di non drogarsi, per restare svegli.