IN QUESTO NUMERO
IN PRIMO PIANO
- L’Arcivescovo accompagna con la preghiera il viaggio di Biagio Conte in Europa
NOTIZIE DIOCESIPA
- Appello dell’Ufficio di Pastorale della salute alla donazione di sangue
- Premiati i partecipanti al concorso fotografico del Festino 2019
- Cause di Beatificazione: Sidoti, Chôsuke e Haru e Di Vitale
NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
- Programma Pozzo Sicar Anno pastorale 2019/2020
- Al via la festa in onore di Sant’Anna, patrona di Santa Flavia
AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
- Festeggiamenti in onore di Santa Rosalia a Montepellegrino
- Messaggio per la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato
- Sul Tgweb l’intervento dell’Arcivescovo alla conclusione del Festino
I CHIAROSCURI di Giuseppe Savagnone
- Che è accaduto alla nostra anima?
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IN PRIMO PIANO
1. L’Arcivescovo accompagna con la preghiera il viaggio di Biagio Conte in Europa
Carissimo Fratel Biagio, ho letto con particolare commozione le parole che hai voluto scrivermi in questo pellegrinaggio “profetico” che stai percorrendo sulle strade della nostra Europa e Ti prometto che accompagnerò ogni Tuo passo con la mia paterna preghiera e la mia costante attenzione.
Condivido pienamente ciò che hai scritto e unisco il mio dolore al Tuo per i tanti, troppi, fratelli scartati da questa società che sembra sempre più assumere l’istanza della chiusura come suo peculiare “statuto”. Lo spirito di arroganza e discriminazione, figlio di questa mentalità, non può essere accolto da chi ha scelto di vivere la propria esistenza secondo l’insegnamento del Signore Gesù che per noi si è spogliato di ogni cosa divenendo Lui stesso uno straniero, un pellegrino che, a differenza degli uccelli e delle volpi, non ha avuto dove posare il capo. Noi cristiani siamo discepoli di un Maestro che non ha nido né tana, come i tanti fratelli e sorelle lasciati oltre i muri e i confini imposti dall’uomo e in cui siamo chiamati a riconoscere, come sottolinea il Vangelo di Matteo, i Suoi stessi lineamenti, “l’avete fatto a me”.
Invoco dunque, caro Fratello, la mia benedizione su di Te perché sia il Signore stesso a guidarTi lungo questo cammino e il Tuo messaggio di speranza e accoglienza, impregnato di profumo evangelico, possa raggiungere le nazioni che visiterai e gli organismi europei, così bisognosi di una rinnovata conversione.
Un abbraccio benedicente
+ Corrado Lorefice
Arcivescovo
NOTIZIE DIOCESIPA
1. Appello dell’Ufficio di Pastorale della salute alla donazione di sangue
“Dio ama chi dona con gioia!” (2Cor 9,6). Con queste parole l’Ufficio diocesano di Pastorale della salute, diretto da Paola Geraci, con il consenso dell’Arcivescovo, mons. Corrado Lorefice, desidera richiamare l’attenzione al tema della donazione del sangue, che in questi mesi estivi ha una riduzione, determinata certamente dal clima di vacanza e di riposo, che tutti desideriamo.
Purtroppo la necessità di ricevere il sangue non va in vacanza e non dà riposo a tanti malati, specialmente ai pazienti talassemici, il cui benessere dipende FORTEMENTE dal ricevere la trasfusione di sangue.
A Palermo, nei giorni feriali, le donazioni possono essere effettuate presso i reparti di Medicina Trasfusionale degli ospedali “Villa Sofia”, “V. Cervello”, Policlinico “Paolo Giaccone” e “Civico”, oltre che presso le Associazioni volontarie dei donatori (ADVS, AVIS, ATES, AIMATOS, FRATRES, Ass. Donatori di Sangue “Massimo Fiore”, THALASSA). Sarebbe un generoso segno di condivisione organizzare raccolte di sangue presso le Parrocchie dei luoghi della Diocesi dove nei mesi estivi aumenta la popolazione, perché luoghi di villeggiatura.
Confidiamo nell’ascolto di questo appello, che è stato già raccolto dai vari corpi delle forze dell’ordine, che sono sempre di esempio di generosità.
Auguriamo a tutti un sereno tempo di riposo, fiduciosi che anche nei mesi estivi possa crescere lo spirito del samaritano.
2. Premiati i partecipanti al concorso fotografico del Festino 2019
La foto di Maria Pia Barraco che ha fotografato un anziano in carrozzina durante la processione del 15 luglio scorso, ha vinto la terza edizione del Concorso fotografico organizzata la Parrocchia della Cattedrale e dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Palermo, in occasione del 395° Festino in onore di Santa Rosalia. Al 2° posto si è classificata Irene Sole con una foto che ha immortalato due piccoli tamburinai davanti la grotta di Santa Rosalia e al 3° posto Vito Ferri che ha illustrato l’urna di Santa Rosalia con lo sfondo della Luna. La premiazione si è svolta stamani al termine della celebrazione Eucaristica.
“Abbiamo avuto serie difficoltà a scegliere le foto più belle – dichiara il parroco della Cattedrale mons. Filippo Sarullo perché molte altre meritavano di vincere. Abbiamo premiato quelle che a nostro parere, aldilà della tecnica, hanno rappresentato un momento significativo della processione di Santa Rosalia”. Al concorso hanno preso parte anche Fabio Caltanissetta, Gaetano Cannata, Caterina Cardinale, Angelo Contorno, Giuseppe Costanzo, Adriana Dolce, Francesco Durante, Serafina Geraci, Roberto Giardiniere, Anna Maria Lucia, Ilaria Morreale, Pietro Picone, Salvatore Picone, Martina Rinascimento e Paolo Terruso.
3. Cause di Beatificazione: Sidoti, Chôsuke e Haru e Di Vitale
Il Postulatore delle cause di Beatificazione: Sidoti, Chôsuke e Haru e Di Vitale, don Mario Torcivia, comunica i nuovi IBAN delle suddette Cause di beatificazione:
Sidoti, Chôsuke e Haru: IT 70 G0306909606100000165092
Di Vitale: IT 39 L0306909606100000152042
Il Postulatore comunica inoltre, la propria disponibilità, a presentare le figure dei suddetti Servi di Dio in incontri parrocchiali, nell’ambito dei festeggiamenti in onore dei santi patroni dei Paesi e in qualunque altra occasione ritenuta opportuna dai presbiteri.
NOTIZIE DALLE PARROCCHIE E DALLE ASSOCIAZIONI
1. Programma Pozzo Sicar Anno pastorale 2019/2020
Il “Gruppo Pastorale Pozzo di Sicàr” della Parrocchia dell’Annunciazione del Signore, organizza per l’8° anno il programma dell’anno 2019/2020 che si svolgerà la penultima domenica del mese dal 15 settembre 2019 al 21 giugno 2020, dalle ore 15.30 alle 17.30.
Il gruppo è un organo ufficiale del nuovo ufficio Pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Palermo (Consulta e 6 Vicariati) Direttore Mons. Alerio Montalbano, Condirettori i coniugi (counsellors ad indirizzo gestaltico) proff. Giovanni Pillitteri e Antonella Lo Papa. La metodologia applicata (elaborata da Novembre 2013 dai Tutors, dai quali viene effettuata una preliminare analisi familiare delle coppie di fedeli separati, divorziati, risposati o conviventi, sotto tutti i profili evidenziati dalla Sacra scrittura, dall’Amoris Laetitia, dal Magistero della Chiesa Cattolica, dal vigente Codice di Diritto canonico e dal Codice civile italiano, materie sulle quali è imperniata la nostra missione) è fondata sul seguente percorso pastorale contemplato dal cap. 8 della citata Esortazione Apostolica Post Sinodale Amoris Letitia. Il Percorso prevede, Catechesi mensili, Discernimento continuativo personale e di coppia in foro interno con il parroco, colloqui psico-antropologici con la Religiosa Psicopedagogista per le coppie e figli, su richiesta, relazioni giuridiche dell’Avvocato ecclesiastico e civilista, (consulenza gratuita, sul piano del volontariato e della carità cristiana) integrate da incontri professionali (Nullità matrimoniale) su richiesta, dialoghi con una Assistente sociale operante presso Consultori familiari di Palermo, convegni pastorali, giuridici e psicoterapeutici con Docenti di Teologia, Diritto canonico/civile, Psicologia.
Programma:
- Il processo canonico di nullità matrimoniale: Sergio Bellafiore
- Profili teologici dell’Eucarestia: Marcella Varia
- Il Perdono nell’accezione pastorale dell’Amoris Laetitia: don Cesare Rattoballi
- Aspetti psico–sociologici della fraternità nel percorso pastorale: Suor Gabriella Bandini
- L’ispirazione dello Spirito Santo: A.T. e N.T. Melania Giacalone
- La configurazione della famiglia secondo il Papa: Daniela Giganti
- La dinamica pastorale della legge di gradualità: Damiano Cadar
- Il fondamento ecclesiologico della pastorale Familiare: Coniugi (counsellors ad indirizzo gestaltico) Giovanni Pillitteri e Antonella Lo Papa
- La ratio iuris del capitolo 8 di Amoris Letitia: Francesco Trombetta
- Incontro conclusivo con l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice.
2. Al via la festa in onore di Sant’Anna, patrona di Santa Flavia
Entrano nel vivo nella parrocchia diretta da don Saverio Civlilleri, i festeggiamenti in onore di Sant’Anna, patrona di Santa Flavia.
Giovedì 25 Luglio 2019 – Triduo Solenne
Ore 08.00 – Ufficio delle Letture e Lodi
Ore 08.30 – Santo Rosario
Ore 09.00 – Santa Messa
Ore 09.45 – Ora Media
Ore 17.30 – Novena di Sant’Anna
Ore 18.00 – Primi Vespri Solennità di Sant’Anna
Ore 18.30 – Tamburinai Folkloristici di Ficarazzi
Ore 19.00 – Posa dei fiori Statua Esterna a cura dei Vigili del fuoco
Ore 19.00 – Canto e ballo Talent Kids Santa Flavia
Venerdì 26 Luglio 2019 – Solennità di Sant’Anna
Ore 08.00 – Ufficio delle Letture e Lodi
Ore 08.30 – Santo Rosario
Ore 09.00 – Santa Messa
Ore 09.00 – Giro Bandistico Banda “Senettone”
Ore 11.00 – Santa Messa
ore 18.00 – Giro Bandistico Banda “Senettone”
ore 18.00 – Santo Rosario
ore 18.30 – Santa Messa
ore 20.00 – Processione del Simulacro di Sant’Anna Vie Ungheria, Greco, Restivo, Daponte, La Barbera, Consolare, Borsellino, San Marco, Consolare, Campofranco, Stazione, Gambino, Gumina, Pezzillo, Perez, Filangeri
ore 23.00 – Giochi Pirotecnici
AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI
1. Festeggiamenti in onore di Santa Rosalia a Montepellegrino
In occasione dei Festeggiamenti in onore di Santa Rosalia a Montepellegrino, il reggente del Santuario p. Gaetano Ceravolo, ha organizzato per martedì 3 settembre 2019, una serie di eventi. Alle ore 18 si svolgerà la santa messa e alle ore 20.30 l’Adorazione Eucaristica, quindi alle 20.30 il pellegrinaggio diocesano dalle falde del monte (Largo A. Sellerio) e alle ore 21.30 e alle 23.30 la santa messa.
2. Messaggio per la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato
“Quante sono le tue opere, Signore” (Sal. 104, 24) Coltivare la biodiversità Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco. Esso risuona con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che nell’ottobre del 2019 sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è “un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo” (“Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia Integrale”, n. 9). La Giornata per la Custodia del Creato del prossimo 1 settembre, è allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa –fino al calore del Mediterraneo.
Uno sguardo contemplativo
Al centro della sezione della Laudato Si’ dedicata alla biodiversità (nn. 32-42) c’è uno sguardo contemplativo rivolto ad alcune aree chiave del pianeta –dal bacino del Congo, alle barriere coralline, fino alla foresta dell’Amazzonia – sedi di una vita lussureggiante e differenziata, componente fondamentale dell’ecosistema terrestre. Prende così corpo e concretezza la contemplazione del grande miracolo di una ricchezza vitale, che – evolutasi da pochi elementi semplici – si dispiega sul pianeta terra in forme splendidamente variegate. In tale sguardo papa Francesco sembra fare eco alle parole del Salmo: “Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature” (Sal. 104, 24). Quel canto alla potenza creatrice di Dio attraversa l’intera Scrittura, celebrando l’ampiezza della Sua misericordia: “Tu hai compassione di tutte le cose, perché tutte sono tue” (Sap. 11, 26). Davvero il Dio trino mostra la ricchezza del suo amore anche nella varietà delle creature e lo stesso sguardo di Gesù alla bellezza del mondo -nota ancora la Laudato Si’ – esprime la tenerezza con cui il Padre guarda ad ognuna di esse (cf. LS n.96). Dopo la Pasqua, poi, le creature “non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza” (LS. n. 100). Siamo chiamati, dunque, a lasciarci coinvolgere in tale sguardo, per contemplare anche noi – grati, ammirati e benedicenti, come Francesco d’Assisi -le creature della terra ed in particolare il mondo della vita, così vario e rigoglioso.
Uno sguardo preoccupato
Nell’enciclica Laudato Si’, però, l’invito alla contemplazione della bellezza si salda con la percezione della minaccia che grava sulla biodiversità, a causa di attività e forme di sviluppo che non ne riconoscono il valore: “per causa nostra migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza, né potranno comunicarci il loro messaggio. Non ne abbiamo il diritto” (n. 33). La logica dell’ecologia integrale ricorda che la struttura del pianeta è delicata e fragile, ma anche
fondamentale per la vita della famiglia umana. In una creazione in cui tutto è connesso, infatti, ogni creatura – ogni essere ed ogni specie vivente – dispiega il suo grande valore anche nei legami alle altre. Intaccare tale rete significa mettere a rischio alcune delle fondamentali strutture della vita con un comportamento irresponsabile. Si eviti, quindi, di distruggere realtà di grande valore anche dal punto di vista economico, con impatti che gravano soprattutto sui più fragili. L’attenzione ai più poveri è condizione di possibilità per una vera salvaguardia della biodiversità. Non a caso l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium sottolineava che “mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che (…) possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione” (n. 215): la perdita di biodiversità è una delle espressioni più gravi della crisi socio-ambientale. Ed anche il nostro paese è esposto ad essa: con dinamiche che interessano sia il mondo vegetale che quello animale, depotenziando la bellezza e la sostenibilità delle nostre terre e rendendole meno vivibili.
Coltivare e custodire la biodiversità
Che fare allora? La stessa Laudato Si ’ricorda che “siamo chiamati adiventare gli strumenti di Dio Padre, perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace bellezza e pienezza” (n. 53): siamo chiamati, dunque, a convertirci, facendoci custodi della terra e della biodiversità che la abita. Sarà importante favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio. Sarà necessario utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico. Sarà altresì importante conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di estinzione. Si tratterà, ancora, di opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità: si pensi al land grabbing, alla deforestazione, al proliferare delle monocolture, al crescente consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena; si pensi altresì a dinamiche finanziarie ed economiche che cercano di monopolizzare la ricerca (scoraggiando quella libera) o addirittura si propongono di privatizzare alcune tecnoscienze collegate alla salvaguardia della biodiversità. Ma andranno pure contrastati -con politiche efficaci e stili di vita sostenibili -quei fenomeni che minacciano la biodiversità su scala globale, a partire dal mutamento climatico. Occorrerà al contempo potenziare tutte quelle buone pratiche che la promuovono: anche per l’Italia la sua valorizzazione contribuisce in molte aree al benessere e alla creazione di opportunità di lavoro, specie nel campo dell’agricoltura, così come nel comparto turistico. Ed ha pure un grande valore il patrimonio forestale, di cui l’uragano Vaia ha mostrato la fragilità di fronte al mutamento climatico. È allora forse il momento che ogni comunità si impegni in una puntuale opera di discernimento e di riflessione, facendosi guidare da alcune domande: Qual è la “nostra Amazzonia”? Qual è la realtà più preziosa – da un punto di vista ambientale e culturale – che è presente nei nostri territori e che oggi appare maggiormente minacciata? Come possiamo contribuire alla sua tutela? Occorre conoscere il patrimonio dei nostri territori, riconoscerne il valore, promuoverne la custodia.
Il creato attende
Il Messaggio inviato da papa Francesco per la Quaresima 2019 ricorda che il creato attende ardentemente la manifestazione dei figli di Dio: attende, cioè, che finalmente gli esseri umani manifestino la loro realtà profonda di figli, anche in comportamenti di amore e di cura per la ricchezza della vita. Solo un’umanità così rinnovata sarà all’altezza della sfida posta dalla crisi socio-ambientale: che lo Spirito creatore guidi ogni uomo e ogni donna ad un’autentica conversione ecologica, secondo la prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato Si’, perché – nel dialogo e nella pace tra le diverse fedi e culture – la famiglia umana possa vivere sostenibilmente sulla terra che ci è stata donata.
3. Sul Tgweb l’intervento dell’Arcivescovo alla conclusione del Festino
L’appello ai palermitani dell’arcivescovo mons. Corrado Lorefice durante il discorso da piazza Marina in occasione del Festino di Santa Rosalia, Biagio Conte si fa esule e parte da migrante per andare a piedi in Europa e la Scuola teologica di base si prepara a festeggiare il 40° anniversario delle attività. Sono alcuni dei servizi che questa settimana, propone il Tgweb dell’Arcidiocesi di Palermo, il magazine, ideato e realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, con la collaborazione dei Servizi informatici che viene postato il sabato sul sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi e sul sito dell’Arcidiocesi.
Guarda il Tgweb: https://www.youtube.com/user/tgwebdiocesipa
I CHIAROSCURI di Giuseppe Savagnone
1. Che è accaduto alla nostra anima?
Vorrei dedicare questa riflessione non alle vicende politiche di questi ultimi mesi – o forse sarebbe più appropriato dire: di questi ultimi anni –, ma a noi, agli italiani, e a ciò che nel corso di queste vicende è accaduto alla nostra anima. Sì, all’anima delle persone.
Perché anche tanti che pure non credono in un principio immortale dentro l’uomo, anche tanti che sono alieni da prospettive religiose o magari soltanto “spirituali”, in questa ormai lunga stagione della nostra vita pubblica che va sotto il nome di «Seconda Repubblica» hanno percepito, più o meno oscuramente, che qualcosa stava venendo meno, a un livello molto profondo, in quella sfera segreta in cui si decide l’ atteggiamento delle persone verso la vita e verso gli altri, e che qui chiamo “anima”.
La «bancarotta spirituale»
Che questo disagio non sia l’illusione ottica di un cattolico nostalgico del passato mi sembra lo confermi la pagina letteraria di «Repubblica» del 10 maggio 2018, dove si pubblicava un testo del monaco trappista Thomas Merton.
Il titolo dato dal curatore era: «La vera bancarotta è quella spirituale». E nell’“occhiello” si leggeva: «Perdere l’anima». Eloquente la presentazione del pezzo: «Era lo scorso secolo. Ma sembra oggi».
Scriveva Merton: «Generazioni su generazioni di uomini hanno a tal punto perduto il senso di una vita interiore, si sono talmente isolati dalle loro profondità spirituali (…), che ora noi siamo quasi incapaci di godere di una qualsivoglia pace, quiete, stabilità interiore. Gli uomini sono arrivati a vivere esclusivamente sulla superficie del loro essere (…). Siamo lasciati in balìa di stimoli esterni e la stimolazione è arrivata addirittura a prendere il posto che, una volta, era occupato dal pensiero, dalla riflessione e dalla conoscenza».
Una malattia che colpisce in primo luogo i giovani
Il fenomeno, in sé, è antico quanto l’uomo. Ma ci sono epoche in cui il contesto culturale e sociale favorisce questo smarrimento profondo.
I primi ad essere colpiti sono i più giovani. Penso al triste fenomeno dei Neet – i ragazzi che non studiano, né lavorano, né cercano lavoro –, che in Italia sono il 29,1% dei giovani tra i 18 e i 24 anni (quasi uno su tre!); penso ai suicidi, che tra gli under 25, sono nel nostro Paese la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali; penso ai comportamenti balordi e anch’essi in sostanza autodistruttivi, sotto l’influsso dell’alcol o delle droghe…
Tv e crisi della politica nella “Seconda Repubblica”
Questo “vuoto dell’anima” si è da un lato alimentato, dall’altra manifestato grazie al progressivo deterioramento dei programmi televisivi, all’irrompere del vocìo dei social, al decadere degli stili della politica.
Nell’ultima fase del secolo scorso è stato il passaggio dalla Tv “pedagogica” dei grandi sceneggiati televisivi – come «Jane Eyre» o i «Promessi Sposi» – a quella commerciale del «Grande Fratello» a segnare un irreversibile imbarbarimento.
Nel frattempo la politica diventava spettacolo, con i volti dei leader e gli slogan pubblicitari al posto degli ideali e dei programmi, con l’inizio del dominio della post-verità, in grado di capovolgere la realtà sostituendola con dei miraggi, con l’offuscamento delle tradizionali regole della dignità e del pudore.
Una crisi vissuta dalla “destra” all’insegna del potere del denaro e del mito del successo, efficacemente rappresentato dal personaggio di Berlusconi; dalla “sinistra” sostituendo alla ormai obsoleta concezione marxista quella liberal-borghese dell’individualismo possessivo (ognuno è proprietario del proprio corpo e della propria vita e non deve risponderne a nessuno) e dei diritti senza doveri.
Lo sviluppo senza solidarietà
In questo deserto valoriale, dove la cosiddetta “fine delle ideologie” mascherava in realtà il trionfo dell’unica sopravvissuta, condivisa alla fine dagli opposti “poli”, nessuno si è più occupato dei più deboli, dei poveri, delle generazioni future.
Lo sviluppo c’è stato, ma la forbice tra ricchi e poveri si è allargata sempre di più. Quando Renzi fece la riforma fiscale dovette ammettere che essa non riguardava quei cinque milioni di italiani, detti “incapienti”, che non potevano neppure pagare le tasse, perché non avevano il reddito minimo per farlo, mente i membri (numerosi) della “casta” fruivano di pensioni stratosferiche a spese dei contribuenti.
Il popolo senz’anima
L’avvento del cosiddetto “populismo” è stata la logica reazione a questa situazione. Sostenuto dall’avvento dei social e dal nuovo potere che essi davano a chiunque di esprimersi e di pesare, esso ha sovvertito il quadro politico e portato alla ribalta nuovi protagonisti.
Purtroppo, il soggetto di questa rivoluzione, in sé legittima, era un popolo da tempo svuotato dei vecchi valori e incapace di trovarne altri alternativi, che si è trovato protagonista della politica (emblematico il peso che hanno i sondaggi) senza avere mai avuto una educazione alla cittadinanza e al bene comune (l’“educazione civica” nelle nostre scuole è rimasta sempre un fantasma) né dalla famiglia (peraltro a tempo in crisi), né dalla scuola (sempre più ispirata ala logica della “trasmissione dei saperi” piuttosto che a quella dell’educazione), né dalla parrocchia (ormai ridotta spesso a una stazione di servizio per la distribuzione di sacramenti).
Il “vuoto dell’anima” sui social
Il “vuoto dell’anima” in realtà era ancora più profondo. La politica ne è stato solo un drammatico specchio. Il declino della morale diffusa e della religiosità popolare del passato ha potuto dare un senso di maggiore libertà.
Salvo però a scoprire che, insieme a tante altre cose, è venuta meno anche quella base valoriale condivisa che garantiva, al livello pubblico, il retroterra “privato” di una spiritualità e di un’etica ispirate al vangelo e dunque umane.
Lo spettacolo spaventoso (cito solo un esempio tra i mille) di un’ondata di commenti inneggianti al suicidio di un immigrato che temeva il ripatrio – «Uno di meno!»; «Morite tutti!» e cose del genere – è un fatto culturale che dovrebbe atterrire (e in effetti a volte atterrisce) anche chi è favorevole alla politica dei “porti chiusi”, perché rivela una “perdita” dell’anima ben più profonda del piano delle scelte che riguardano la politica.
Programmi politici inadeguati
Anche se poi la politica della “destra” l’intercetta e la usa, come fa Salvini, per suffragare queste scelte, che vengono incontro a una sensibilità ormai diffusa, permettendosi anche di presentarle come scelte “evangeliche”, solo perché avallate da simboli religiosi e a preghiere ai santi (a tal punto è arrivata la perdita del senso del vangelo tra i “cattolici”!).
Come del resto, sul fronte opposto, si crede di poter rivitalizzare l’asmatico respiro della “sinistra” promettendo, come ha fatto recentemente Zigaretti, una lotta decisa per far passare la legge sull’eutanasia.
Non – attenzione – un progetto per conciliare l’accoglienza con l’integrazione (ciò su cui i governi di “sinistra” hanno miseramente fallito nel passato); non una serie di iniziative coraggiose per venire realmente incontro agli italiani poveri (quelli che Salvini cita sempre per spiegare perché respinge i migranti, ma a cui offre come soccorso il condono agli evasori fiscali e, in prospettiva, la riduzione delle tasse ai ricchi).
Garantire il diritto dell’individuo di morire senza risponderne a nessuno: questo l’ambizioso obiettivo, in una società dove moltissimi vorrebbero invece assicurato il diritto di vivere, sulla base di una visione in cui la libertà sia praticata come reciproca responsabilità.
Al di là dell’individualismo possessivo
Al posto dell’individualismo possessivo deve rinascere una cultura della solidarietà, dove l’“essere” della persona sia più importante dell’“avere” e dove i doveri vengano prima dei diritti. Ma questo non sarà possibile se le persone non saranno messe in grado di uscire dalla superficialità del flusso mediatico e di ritrovare se stesse.
Scriveva Thomas Merton: «La bancarotta spirituale dell’uomo non gli ha lasciato nessuna possibilità di rifugiarsi in se stesso, nessuna cittadella interiore in cui potersi ritirare per raccogliere le forze (…). L’ultimo posto al mondo in cui l’uomo moderno cerchi rifugio e consolazione sono le profondità della propria anima (…). Il pensiero di prendere residenza in noi stessi ci alletta quanto quello di vivere in una casa infestata fantasmi».
Il compito delle comunità educanti
Le tradizionali comunità educanti – la famiglia, la scuola, la Chiesa – devono uscire dallo stato di paralisi in cui le hanno messe i nuovi stili comunicativi e mettere in azione la loro fantasia, per ripartire da qui. Dalla ricerca e dalla riscoperta dell’anima. Se la ritroveranno le persone, anche la politica – al di là della diversità delle posizioni – tornerà ad averne una.
È un progetto a lunga scadenza, certo, come tutti quelli che riguardano le profondità dell’essere umano. Ma le soluzioni a breve termine sono ingannevoli. Si crede di uscire dal buio ma, se non cambiano le persone, da Berlusconi si passa a Renzi e da Renzi a Salvini… L’esperienza dice che al peggio non c’è fine. Solo se riusciremo a riaprire le porte del pensiero e della riflessione potremo sperare di sconfiggere i mostri che si aggirano nel grande vuoto, perché questo vuoto non è chi sa dove, è dentro di noi.