“Con voi e le vostre spose mi sento a casa. Quello che voi siete lo dovete alle vostre mogli perché un sacramento non annulla l’altro. La coppia diaconale deve fare riferimento a due altari il talamo nuziale e la mensa da condividere. Ritengo che il diaconato deve essere ripensato dalla sua sacramentalità ed essere segno, legato all’Eucaristia perché è colui che è costituito per ricordare che è un servo e sulla cattedra del servizio deve fondare tutto il suo vivere”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Corrado Lorefice, venerdì sera nel corso di un incontro al quale hanno partecipato anche le loro spose.
L’incontro organizzato dal delegato arcivescovile dei diaconi, don Giuseppe Sunseri e culminato con una celebrazione Eucaristica, si è svolto in un luogo significativo della carità, ovvero presso l’Istituto “Maria Immacolata” della Congregazione femminile delle serve dei poveri del Beato Giacomo Cusmano, alla quale ha partecipato l’assistente spirituale mons. Giuseppe Pecoraro.
Nella sua omelia mons. Lorefice, ricordando che per 7 anni ha curato il cammino dei diaconi ordinati e di quelli in formazione nella diocesi di Noto, ha rimarcato il ruolo dei diaconi nella famiglia, nella Chiesa e soprattutto nel legame con il Vescovo.
L’incontro organizzato dal delegato arcivescovile dei diaconi, don Giuseppe Sunseri e culminato con una celebrazione Eucaristica, si è svolto in un luogo significativo della carità, ovvero presso l’Istituto “Maria Immacolata” della Congregazione femminile delle serve dei poveri del Beato Giacomo Cusmano, alla quale ha partecipato l’assistente spirituale mons. Giuseppe Pecoraro.
Nella sua omelia mons. Lorefice, ricordando che per 7 anni ha curato il cammino dei diaconi ordinati e di quelli in formazione nella diocesi di Noto, ha rimarcato il ruolo dei diaconi nella famiglia, nella Chiesa e soprattutto nel legame con il Vescovo.